I Piccoli comuni avranno più facoltà di assumere personale

Con l’approvazione  in via definitiva, del decreto legge Enti Locali, il Governo ha anche “liberato” gli enti locali dal Patto di Stabilità, cancellando le sanzioni in caso di mancato allineamento. In forza delle nuove regole, ora i Comuni possono tornare ad assumere. Le novità sono assai ricche per tutti gli enti locali che attendevano maggiore flessibilità per poter assumere e stabilizzare il personale: turnover soft nei piccoli comuni, assunzioni facilitate nella scuola e nei servizi per l’infanzia, sanzioni pecuniarie addolcite per i comuni e annullate del tutto per province e città metropolitane non in regola con il patto di stabilità 2015. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Assunzioni: nei Comuni più piccoli, quelli con una popolazione compresa tra 1.000 e 10.000 abitanti, ci sarà maggiore spazio per il turn over (che passa dal 25% al 75% delle uscite). Viene poi avviato un piano straordinario triennale per le stabilizzazioni di insegnanti ed educatori negli asili nido comunali. I dirigenti a termine, poi, vengono esclusi dai calcoli sui tetti di spesa per i contratti a termine.

In particolare, viene cancellato l’obbligo di ridurre progressivamente l’incidenza della spesa di personale sulle uscite correnti; gli spazi di turn over si triplicano, dal 25 al 75%, nei Comuni fra mille e 10mila abitanti che in rapporto alla popolazione abbiano organici più leggeri di quelli fissati per gli enti in dissesto, a tutti i Comuni frutto di fusione vengono estese le deroghe già previste dalla manovra 2015 per i soli casi in cui la spesa di personale fosse inferiore al 30% delle uscite correnti, mentre si riaprono le assunzioni negli enti locali delle Regioni in cui sia stato ricollocato almeno il 90% degli esuberi delle Province. I dirigenti a contratto escono dai calcoli per il tetto di spesa dei contratti a termine, in cui erano rientrati a seguito di una pronuncia della Corte dei conti, mentre il piano straordinario delle assunzioni negli asili nido, già scritto nel decreto originario, con la legge di conversione si estende anche ai Comuni che hanno sforato il Patto nel 2015.

Per quanto riguarda il Patto di stabilità, viene ridotta del 70% la sanzione finanziaria a carico dei comuni che hanno sforato il Patto nel 2015, e viene cancellata del tutto quella prevista per le città metropolitane e le province, quasi tutte, che si trovano nella stessa condizione.

“Con il via libera definitivo al decreto legge le province raggiungono un sostanziale equilibrio”, ha commentato il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa. “La misura ridimensiona il contributo alla finanza pubblica di province e città metropolitane per l’anno 2016, dando comunque certezza allo svolgimento delle funzioni fondamentali. In particolare, l’importo di 650 milioni di euro chiesto alle province in legge di Stabilità per il 2016 è stato compensato da 245 milioni di euro destinati alle spese di manutenzione dei 130 mila chilometri di strade provinciali e dei 5.100 istituti scolastici, da ulteriori 70 milioni di euro con cui si farà fronte al sostegno degli studenti con disabilità, da 39 milioni di euro per il fondo di riequilibrio dei bilanci provinciali e da 20 milioni di euro per il personale in esubero che, nell’anno in corso, continua a essere pagato dalle province”.

IN PRATICA:
Si triplicano le facoltà di assunzione (dal 25% al 75%) nei Comuni tra mille e 10mila abitanti che hanno organici inferiori ai parametri fissati per gli enti in dissesto. Riaperto il turn over al 25% nei Comuni delle Regioni che hanno ricollocato almeno il 90% degli esuberi delle Province.

Il piano straordinario di assunzioni di insegnanti ed educatori degli asili nido si estende agli enti che non hanno rispettato il Patto nel 2015. Dirigenti a contratto fuori dai tetti di spesa per il lavoro flessibile.

Per i vigili del fuoco assunzione straordinaria di 193 unità e allargamento degli organici di 400 posti.

Fonte: laleggepertutti.it

Redazione - Il Faro 24

Share
Published by
Redazione - Il Faro 24