Il contagio arriva nel Nord Italia. Nelle scorse ore, infatti, un 38enne italiano è risultato positivo al test del coronavirus. E, mentre erano ancora in corso le controanalisi a cura dell’Istituto superiore di sanità, il paziente è stato immediatamente ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Codogno in provincia di Lodi.
Le sue condizioni sono gravi ed è in prognosi riservata. Non è il solo ad essere stato infettato. In isolamento è stata messa anche la moglie dopo che è risultata positiva al Covid-19 e nel complesso le persone contagiate sono già sedici (quattordici in Lombardia e sedici in Veneto). La Giunta guidata dal governatore Attilo Fontana ha già preparato un’ordinanza che vieta ogni attività di aggregazione in dieci comuni per un totale di 30 mila persone. Per una settimana resteranno tutti a casa in isolamento.
Il “paziente uno” e il focolaio
Il 38enne originario di Castiglione d’Adda, che come riporta Repubblica lavora all’Unilever di Casalpusterlengo e vive vicino Codogno, sarebbe stato contagiato alla fine di gennaio. I sanitari stanno cercando di capire come. Inizialmente, come riportato dal Corriere della Sera, si sono concentrati su una cena in un ristorante a Milano con un manager di una società di Fiorenzuola d’Adda da poco tornato dalla Cina. Tuttavia, quello che veniva considerato il “paziente zero” è risultato negativo ai test e, quindi, non è ancora chiaro da chi sia partito il contagio. All’ospedale di Codogno il 38enne si è poi presentato giovedì scorso lamentando una “forte insufficienza respiratoria”, sintomo che ha indotto i medici a far scattare i controlli specifici per accertarsi se avesse contratto il virus Covid-19 o meno. I test sono poi risultati positivi. “Gli accessi al Pronto soccorso e le attività programmate – ha fatto sapere nella notte l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera – sono state subito interrotte a livello cautelativo”. In mattinata, poi, una équipe dell’ospedale Sacco di Milano, punto di riferimento nazionale per le bioemergenze insieme all’istituto Spallanzani di Roma, è stata inviata nell’ospedale del Lodigiano per dare un ulteriore supporto.
Quattordici persone contagiate
Adesso i camici bianchi sono al lavoro per ricostruire la rete di contatti. Le autorità sanitarie stanno, infatti, cercando di ricostruire tutti gli spostamenti del 38enne e mappare le persone con cui è entrato in contatto dalla fine di gennaio a oggi. “Le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie”, ha assicurato il titolare della Sanità lombarda. “Si sta indagando con familiari, colleghi e amici sugli spostamenti”, hanno confermato dall’ospedale che stanno avviando le procedure per mettere in insolamento nove paesi del Lodigiano per un totale di circa 30mila persone. La moglie del “paziente uno” è incinta all’ottavo mese e, quando è risultata positiva al test, è stata subito ricoverata al Sacco di Milano dove è stata messa in isolamento. La donna, che insegna in un liceo, è in congedo maternità e da alcune settimane non andava al lavoro. Nelle sue stesse condizioni ci sono, però, anche un amico della coppia e altre undici persone. Tra queste anche cinque tra medici e infermieri.
Nove paesi messi in isolamento
La “mappatura” delle persone e dei luoghi frequentati prima del ricovero del 38enne di Codogno si sta allargando di ora in ora. “Sabato scorso – fa sapere il Cittadino – aveva partecipato a un corso di primo soccorso della Croce Rossa a Codogno, aveva giocato una partita di calcio con il Picchio di Somaglia e pare abbia partecipato a una gara di podismo sul territorio. Senza contare che, prima di avvertire i sintomi, è andato regolarmente al lavoro”. Per arginare quanto prima il contagio, la Regione Lombardia ha deciso di isolare dieci paesi facolaio dell’infezione: Codogno, Casalpusterlengo, Maleo, Fombio, Somaglia, Castiglione d’Adda, Bertonico, Castelgerundo, Terranova dei Passerini, tutti in provincia di Lodi. Qui è stata disposta la chiusura delle scuole, dei bar e degli uffici comunali. E basta aggirarsi per le strade per capire la preoccupazione degli abitanti: non c’è in giro più nessuno (guarda la gallery). “Sarà vieta ogni attività di aggregazione come il Carnevale, le messe, gli eventi sportivi, chiuderemo le attività commerciali e i negozi del luogo. Si tratta di 9 comuni per un totale di 50mila persone”, ha spiegato Gallera. “Per una settimana – ha continuato – queste persone resteranno in casa, senza eventuali disagi dal punto di vista lavorativo, stiamo gestendo una situazione in divenire”.
Altri due casi a Padova
In aggiunta ai quattordici casi risultati positivi ai test in Lombardia, ci sarebbero anche altri due pazienti nelle condizioni ricoverati a Padova. Secondo quanto appreso dall’agenzia LaPresse, infatti, i due veneti sarebbero risultati positivi a un primo test. I campioni sono stati inviati all’Ospedale Spallanzani per il secondo test di conferma. In base a quanto riferiscono fonti locali, i due pazienti colpiti sarebbero due anziani residenti a Vò Euganeo, centro sui Colli euganei, non lontano da Padova e al momento sarebbero stati isolati.