IL FILO ROSSO DELLA SALVEZZA | UN’INCREDIBILE STORIA DI SOLIDARIETÀ

Carissimi lettori e carissime lettrici, ho voglia di condividere con voi una meravigliosa storia di solidarietà, che veicola un profondo messaggio di speranza e positività. La vicenda pare quasi un film, per quanto è articolata e complessa, eppure si tratta di vita vera e di eventi realmente accaduti.

La trama è questa: Hebe Munoz, una ex vittima di violenza, di origini italo-venezuelane e felicemente sposata in Italia, viene contattata da sua figlia, che risiede in Brasile e che ha ricevuto, tramite un suo amico argentino, un’accorata richiesta di aiuto da parte di una ragazza che si trova in quel momento in Italia, ma non parla la lingua ed è tenuta in ostaggio in una sperduta zona di montagna, dove subisce continui maltrattamenti ed angherie da un uomo, aggressivo e manipolativo, che si è appropriato anche dei suoi documenti e del suo denaro. La donna ottiene da sua figlia il numero telefonico della persona in difficoltà ed inizia a sentirla, instaurando tra loro un rapporto di fiducia e stando bene attente a cogliere il momento giusto in cui lui esce per sbrigare le faccende giornaliere. In quei frangenti la vittima espone tutto il suo tormento e la sua preoccupazione, raccontando dettagli importanti ed inviando degli scatti tremendi che la ritraggono cosparsa di lividi ed ematomi in svariate parti del corpo, incluso il volto. Hebe, che aveva avuto esperienze similari in passato, da cui ne era uscita salva, resiliente e temprata interiormente, ha un’idea vincente: decide di rivolgersi ad Andreina Moretti, Presidente dell’Associazione “Il Guscio”, che si batte senza soste contro ogni forma di sopruso, e con cui era entrata in contatto precedentemente, in occasione del Concorso Letterario “Il silenzio uccide”, che l’aveva vista tra i vincitori con le sue splendide e toccanti poesie, in cui esprimeva in modo incisivo ed essenziale i drammi che aveva provato sulla propria pelle e da cui era straordinariamente risorta. Lei e suo marito Francesco, anch’egli poeta e molto sensibile alle problematiche del prossimo, chiedono, quindi, lumi su come agire al meglio e Andreina, in risposta, non esita ad elargire dritte assai utili e preziose.

Insieme studiano, con certosina attenzione, una strategia per mettere in sicurezza la ragazza e per liberarla finalmente dal suo aguzzino. Grazie all’esperienza di Hebe e alla concreta e tempestiva operatività dell’associazione, riescono a compiere un miracolo: la giovane donna si allontana per sempre dal suo torturatore, voltando pagina definitivamente e riappropriandosi della propria esistenza. Oggi vive serena in Spagna, dove ha ricominciato una nuova vita ed ha iniziato un nuovo lavoro.

Esplicative le frasi con cui Andreina Moretti ha sintetizzato l’incredibile situazione: “Nonostante fossimo lontane tra di noi e lontane dalla vittima siamo riuscite ad organizzare un piano di fuga, senza conoscerla e senza parlare la stessa lingua! Questa è una storia che merita di uscire allo scoperto e di essere raccontata. Lei era segregata e tenuta in ostaggio! Nessuna di noi ha pensato alle difficoltà, ma soltanto a salvarla.”

Che tutto questo serva a smuovere coscienze e a far trovare quel coraggio a tanta gente che sta subendo in silenzio i suoi drammi. Non esitate a rivolgervi all’Associazione “Il Guscio”. Troverete un team di esperti professionisti che vi accoglieranno a braccia aperte e faranno il possibile per sostenervi e proteggervi!

( Dott.ssa Alessandra Della Quercia )

Redazione - Il Faro 24

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