L’abbandono e il maltrattamento degli animali domestici e di compagnia è ormai una piaga civile e sociale che da sempre affligge il nostro territorio.
Ieri è toccato a “Hapless” un cucciolo di pochi mesi abbandonato morente sul ciglio di una strada dentro una cassettina di plastica e avvolto in un sacco della spazzatura, nei pressi di un supermercato in una località marsicana.
“Happles” così lo ha chiamato l’operatrice del canile di Collelongo che lo ha accolto. E’ arrivato mentre esalava i suoi ultimi respiri e a nulla è servita la corsa della Asl intervenuta tempestivamente per prestare le cure necessarie.
E’ morto di stenti, tra dolore e sofferenza, ma con un nome e accarezzato amorevolmente fino alla fine.
La storia di Happles ha toccato al sensibilità di molti e ha suscitato grandissima indignazione sul web, ma Hepples non è solo il cucciolo sfortunato di ieri.
“Hepples” sono tutti i cani che vengono abbandonati, maltrattati e umiliati e non soltanto «da quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà per la loro manifesta crudeltà», ma anche da condotte che, pur non crudeli o violente, comunque «procurano dolore e afflizione». Perché ogni essere vivente ha un’anima, non è solo di carne e pelo, ma anche cuore, intelligenza e, per l’appunto, anima.
Bisogna che questi gesti non restino impuniti, bisogna trovare il coraggio di denunciare ogni qualvolta si ravvisi una situazione di maltrattamento. Perché coloro che sono capaci di un tale crimine, abbandonare, uccidere e maltrattare un animale sono “bestie” prive di umanità e come tali vanno puniti secondo la legge.
Un gesto di civiltà che tutti noi dovremmo considerare, in memoria del piccolo Happles.
M.R.