Il PRAE garantirà gli obiettivi di sostenibilità ambientale

Il PRAE vuole essere un ‘piano scenario’ in cui ogni decisione inerente le attività estrattive e l’ambiente comporta dei costi, sia in termini di consumo del suolo che in minore produzione di materiali indirizzati al nostro standard di vita. con l’obiettivo di contenere la somma algebrica dei citati costi al livello più basso possibile. Per questo il PRAE della Regione Abruzzo applica, anche nel settore estrattivo, il principio dello Sviluppo Sostenibile adottando una programmazione che sia in grado di garantire il benessere delle future generazioni, considerando però come le nostre materie prime siano il risultato di processi naturali iniziati milioni di anni fa e perciò non riproducibili.

Così questa mattina, il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale con delega ad Ambiente, Cave e Torbiere, Mario Mazzocca ha sintetizzato la sessione di lavoro dedicata ad illustrare ai portatori di interesse (Associazioni ambientaliste, cavatori, professionisti del settore minerario, tecnici comunali, ecc.) il Rapporto preliminare ex art. 13, commi 1 e 2 del D.Lgs n. 152/2006, afferente alla VAS Piano Regionale delle Attività Estrattive.

Il PRAE, ossia il documento programmatico per la regolamentazione di cave e torbiere e dello sfruttamento delle materie prime minerarie sul territorio abruzzese, è stato redatto da un team di esperti istituito da Abruzzo Sviluppo ed era già stato presentato ufficialmente nello scorso mese di giugno.

Dopo i saluti istituzionali, sono seguite le relazioni dei dirigenti regionali Iris Flacco e Domenico Longhi e gli interventi tecnici di Antonello Fanti, Lidia Flocco e Marcello Borrone (tre dei componenti del team di esperti che ha redatto il PRAE).

“Abruzzo Sviluppo SpA ha risposto celermente alle aspettative della Regione Abruzzo che le ha affidato la redazione del PRAE – ha dichiarato il Presidente di Abruzzo Sviluppo Manuel De Monte, moderando l’incontro –  ed ha avviato gli studi preliminari comprendenti la panoramica sulle situazioni delle altre regioni italiane in tema di pianificazione mineraria, ma soprattutto un approfondito censimento delle cave attive e degli impianti di trasformazione, che dovevano costituire la solida base conoscitiva sulla quale basare il Piano. Dopo di che ha aggiornato i dati necessari per rispondere in modo efficace alle esigenze di sviluppo sostenibile del settore, nel rispetto della vocazione verde della regione Abruzzo e con l’ausilio di qualificati professionisti del settore ha consegnato i lavori prima del termine stabilito contrattualmente. Oggi – ha spiegato DeMonte – entriamo nello specifico della questione ambientale perché il Piano, previsto dalla Legge Regionale 54/1983 (recante “Disciplina generale per la coltivazione delle cave e torbiere nella Regione Abruzzo”), anche se colma una lacuna normativa lunga oltre 30 anni, è sicuramente suscettibile di correttivi e va pertanto condiviso con i vari portatori di interesse regionali”.

Entrando nel dettaglio, poi, il Sottosegretario Mazzocca ha illustrato gli obiettivi del PRAE: “Si punta al conseguimento nel breve-medio periodo di un migliore livello di sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’attività estrattiva, perseguendo il contenimento del consumo del territorio, la razionalizzazione delle metodologie di coltivazione, la qualificazione dei recuperi ambientali, la valorizzazione dei prodotti di cava/miniera. In particolare, il PRAE mira in primo luogo a limitare l’apertura di nuove cave o miniere per l’estrazione di materiali il cui approvvigionamento sia assicurato dalle attività estrattive in esercizio nel rispetto dei vincoli di mercato e di sostenibilità dei flussi di trasporto. In secondo luogo, il PRAE vuole privilegiare, nei procedimenti autorizzativi, il completamento e l’ampliamento delle attività esistenti rispetto all’apertura di quelle nuove estrattive, incrementare il numero e la qualità degli interventi di recupero ambientale delle cave dismesse e non recuperate, incrementare il ricorso alle “buone pratiche” di coltivazione mineraria e recupero ambientale che migliorino il livello qualitativo, incentivare il ricorso alle certificazioni ambientali e infine promuovere nel settore estrattivo lo sviluppo economico di filiere”.

Il Sottosegretario ha, inoltre, spiegato che i valori dello sviluppo sostenibile ispirano tutto il quadro di pianificazione del documento: “Nella consapevolezza che l’ambiente e il paesaggio non sono solo valori da tutelare, ma risorse da valorizzare per fondare nuovi modelli di sviluppo nell’ambito di una strategia d’azione più complessiva, il PRAE diventa così uno strumento imprescindibile per garantire che gli obiettivi concreti di sostenibilità ambientale si integrino con il governo delle trasformazioni,consentendo la mediazione tra le tre polarità della sostenibilità (economica, sociale ed ambientale) affinché sia raggiunta la necessaria integrazione tra i diversi estremi, secondo una forma sinergica e non di conflitto”.

“I principi del PRAE – ha ricordato Mazzocca – s’ispirano all’equilibrata produzione di materie prime commisurata ai trend evolutivi della produzione regionale in relazione alle ricadute economiche per gli altri comparti, al riutilizzo e alla valorizzazione degli scarti anche di altre lavorazioni o da demolizioni”.

Gli fa eco il Direttore generale della Regione Abruzzo Cristina Gerardis, intervenuta nel dibattito odierno: “Stiamo raccogliendo molte idee e proposte da parte degli stakeholder locali, per implementare questo Piano ed adeguarlo alle esigenze del territorio, nel solco della politica della compartecipazione e del confronto che è il modus operandi di questa  governance regionale. Nel PRAE ci sono elementi di grande innovazione ed una particolare attenzione per l’ambiente: da misure di recupero ad uso naturalistico ed agricolo a misure di recupero dei siti minerari abbandonati, con preferenza sempre per le specie vegetali autoctone. È prevista anche la stima delle emissioni di CO2 della attività di cava. L’impegno di Regione Abruzzo – ha concluso la Gerardis – sarà quello di adeguare la legislazione regionale a questo documento di pianificazione. Anche questo è sviluppo sostenibile”.

 

Redazione - Il Faro 24

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