Il nostro territorio si sta riempiendo di antenne per la telefonia mobile, esteticamente impattanti, alte fino a 25 metri. Ultime, in ordine di tempo, quelle innalzate a Civita D’Antino, nel campetto dei ferrovieri ad Avezzano e quella, per il momento sospesa, di Paterno. Queste antenne emettono onde elettromagnetiche che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato nel 2011 come “possibile cancerogeno per l’uomo” in classe 2B.
Secondo gli studi scientifici i valori di cautela – pari a 6 Volt/metro – previsti per la protezione da possibili effetti a lungo termine sulla salute umana per esposizioni superiori alle 4 ore giornaliere, potrebbero non tutelare soggetti con deboli difese immunitarie come bambini, anziani e malati cronici, ed i rischi per la salute aumentano con la vicinanza all’antenna, se si è direttamente esposti all’irradiamento del campo elettromagnetico.
Questa proliferazione di antenne è dovuta all’entrata in vigore, nel gennaio 2015, delle Linee guida delle misurazioni, inserite nel Decreto Sviluppo del Governo Monti (Interventi per la diffusione delle tecnologie digitali). Con le nuove modalità di misurazione e di valutazione dell’impatto elettromagnetico, è stata innalzata la media temporale su cui devono essere valutati i livelli di riferimento da 6 minuti a 24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i limiti di legge: di notte le antenne generano emissioni molto basse perché i dispositivi mobili non sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati delle ore diurne nel calcolo della media.
Come è possibile allora garantire la necessità di essere sempre collegati alla Rete?
Le amministrazioni comunali devono dotarsi di un Piano Antenne che permetta di acquisire i dati e le informazioni sull’inquinamento elettromagnetico presente nel proprio territorio, stabilire criteri di cautela ed obiettivi di qualità per l’individuazione dei siti, avviando processi decisionali partecipativi con il coinvolgimento dei gestori telefonici, dei rappresentanti dei cittadini e delle associazioni di protezione ambientale.
Nel contempo, le amministrazioni comunali hanno gli strumenti amministrativi, tecnici e giurisprudenziali per valutare il rilascio delle autorizzazioni, senza ricorrere passivamente al silenzio-assenso, come avvenuto per l’antenna del campo dei ferrovieri di Avezzano, avvalendosi anche di atti di diniego in autotutela, a protezione della salute, del paesaggio e di tutti gli interessi in gioco, anche quello dei proprietari degli immobili vicini alle antenne.
Il WWF Abruzzo Montano condivide la preoccupazione dei cittadini su questi temi e segue attentamente quanto sta avvenendo, attivandosi per il controllo dei dati dell’inquinamento elettromagnetico monitorati dall’ARTA; tuttavia, auspica una sempre maggiore partecipazione attiva da parte di quei cittadini attenti e desiderosi di contribuire a scelte improntate al rispetto della salute, dell’ambiente e del benessere collettivo. Per contatti e disponibilità inviare e-mail all’indirizzo abruzzomontano@wwf.it