RICEVIAMOE PUBBLICHIAMO
Nella scorsa settimana si è tenuto un tavolo tecnico, convocato da Berardinetti, Assessore regionale agli Enti Locali e Assistenza piccoli comuni, il cui esito si è tradotto nella intenzione di continuare il monitoraggio dei rilevamenti del disagio olfattivo, causato dai fetori e dai miasmi emessi dall’impianto di compostaggio di Contestabile Ambiente s.r.l., ubicato tra il Comune di Massa D’Albe e il Comune di Magliano dei Marsi.
“Monitorare, analizzare, comprendere le criticità” dice l’Assessore Berardinetti.
Noi del meetup di Massa D’Albe diciamo che: “si è già monitorato, analizzato, compreso a sufficienza e che la puzza non può essere circoscritta né dai report né dai verbali”.
“È ora di agire e le quasi 800 firme dei cittadini, da noi raccolte”, dice Antonina Cofini, attivista del meetup di Massa D’Albe, “sono un chiaro esempio di azione, nell’intento di dare un giro di vite alla questione posta in essere. Agli uffici regionali le criticità erano note da tempo. Le prime denunce e il primo sopralluogo scaturito da esse è stato esperito in data 21/10/2015 come riportato dai documenti di A.R.T.A. e altri si sono aggiunti negli anni seguenti. L’ultima denuncia in ordine di tempo è del 09/11/2018 con la consegna, da parte dell’associazione Massa D’Albe Amici a 5 Stelle, delle diverse centinaia di firme dei cittadini alla Regione, agli uffici di A.R.T.A., ai Comuni interessati, alla A.S.L. di Avezzano e al Comando dei Carabinieri Forestali di Avezzano. Con questo esposto si è richiesto al gestore dell’impianto la rimozione delle cause delle molestie, il rispetto delle prescrizioni e l’adozione di qualsiasi provvedimento necessario e idoneo per la tutela dei cittadini e dell’ambiente. I rilevamenti eseguiti da forze dell’ordine in seguito alle denunce dei cittadini dimostrano ampiamente che i disagi dei cittadini fossero reali e comprovati per circa il 90% delle denunce effettuate”.
Anche Walter Delle Coste, ambientalista e attivista del meetup Pescina a 5 Stelle, in merito a questa vicenda ha evidenziato, oltre alle molestie olfattive dovute alle mancate adozioni delle migliori pratiche impiantistiche disponibili, anche il pesante impatto sulle matrici ambientali.
“Lo smaltimento delle acque di processo e meteoriche potrebbero comportare danni alla falda acquifera sottostante e in merito al D.M. 5046 del 2016, il compost prodotto dovrebbe essere utilizzato soltanto con un preciso piano di utilizzazione agronomico (PUA). In più non è da trascurare che l’impianto ricada all’interno del progetto speciale territoriale (PST) di recupero dell’area di Alba Fucens, con l’obbligo di ripristino ambientale mai effettuato finora da alcun gestore delle cave del territorio”.