Mazzocca: «Sull’ipotesi di reviviscenza dell’impianto ex CIAF da parte di una nuova società, incombono ancora diverse criticità, a partire dalla ubicazione, vista l’area passata da zona industriale a zona artigianale-commerciale, dunque inadatta ad ospitare emissioni altamente inquinanti».
«Le iniziative che si vogliono sviluppare ad Atessa, in Val di Sangro, promosse da privati, sono in contrasto con i progetti che la Regione, attraverso il Piano di Gestione Integrata dei Rifiuti, ha di recente approvato. Infatti l’obiettivo che l’esecutivo regionale vuole raggiungere è dotare la nostra regione di un’impiantistica, soprattutto pubblica, che sia in grado di rendere l’Abruzzo autosufficiente nella gestione della filiera del riciclo e del riuso e del recupero di materia. Ciò che non vogliamo è che aree abitate del nostro territorio, con vocazione produttiva, turistica o agricola di qualità, vengano utilizzate per insediamenti dedicati a trattare rifiuti provenienti in massima parte da fuori regione in quanto decisamente sovradimensionati rispetto alle esigenze del nostro territorio».
Con queste considerazioni il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale Mario Mazzocca è intervenuto nella discussione aperta dal Sindaco di Atessa, subito seguito da altre Amministrazioni comunali, comitati di cittadini e associazioni ambientaliste sulla proposta di riaprire la CIAF per lo smaltimento di fanghi industriali, da parte di Ecoeridania SpA di Genova, nonché su quella della ditta Eugenio Di Nizio di Mafalda (Campobasso) per la sterilizzazione di rifiuti infettivi e altro.
«Ho preso atto con grande attenzione delle motivazioni tecniche addotte dalle amministrazioni locali, dalle associazioni e dai cittadini a sostegno della loro contrarietà ai due progetti – conclude Mazzocca – e posso assicurare se ne terrà dovutamente conto nel processo di valutazione attualmente in corso negli organi previsti dalla legge. In ogni caso annuncio che parteciperò alla manifestazione del 19 maggio ad Atessa perché ritengo comunque che una politica che tenga al centro la sostenibilità ambientale nella Val di Sangro sia utile e necessaria per garantire un distretto di eccellenza riconosciuto a livello europeo».