Internet, quel pericolo che i genitori non vedono

Internet è una fonte costante di informazioni, ma, allo stesso tempo, anche una giungla di pericoli, dove si rischia di cadere.  Il problema maggiore è che molti, non si rendono conto che la rete, se non usata con le dovute cautele, può rivelarsi dannosa. Secondo una ricerca tenuta dagli scienziati del progetto Eu Kids Online, 8 genitori italiani su 10 non ritengono internet un pericolo. Sono dati incredibili, molto al di sopra della media dei paesi Ue (70%). I giovani passano sempre più tempo su Internet, ma, i genitori, continuano a sottovalutare il pericolo della rete, concentrandosi solo sui possibili rischi “reali”, come incidenti stradali e droghe. La sottovalutazione dei rischi portati da internet inversamente proporzionale al tempo che i ragazzi trascorrono in rete. Sei ragazzi italiani su dieci, tra i 9 e i 16 anni, navigano tutti i giorni in Internet. Lo fanno per fare i compiti (85%), giocare (83%), guardare video (76%) o chattare con gli amici (62%). Inoltre, il 57% ha un profilo su un social network. C’è un dato più di altri, però, che viene ritenuto preoccupante: il 62% di questi ragazzi (contro il 49% della media Ue), usa internet da solo, nella propria camera, senza che nessuno lo controlli. C’è, quindi, una sottovalutazione del pericolo, da parte dei genitori italiani che non può che far lanciare un allarme. Il 70% dei genitori italiani crede che il proprio figlio abbia abbastanza giudizio da non cadere nella trappola della rete. La realtà dei fatti è che, in Italia, non si ha una reale concezione di quanto la rete sia pericolosa. Molti genitori al termine “internet” associano al massimo il concetto di “pornografia”, ma ne ignorano altri ben più gravi. Tra questi vi sono certamente il cyberbullismo e i predatori sessuali. Il successo di internet è dovuto anche e soprattutto alla possibilità di poter fare ogni cosa, rimanendo anonimi. Questo significa che, quando si naviga, si possono creare false identità e diventare quello che non si è. La controindicazione di questo “senso di libertà” è che non vi sono “reti di sicurezza”. Protetti dall’anonimato molta gente si sente libera di scrivere quel che vuole, compreso insultare e deridere. Vi sono poi quelli che, spacciandosi per teenager, adescano bambine/i o ragazze/i minorenni con tutto ciò che questo comporta.

Altro pericolo che si corre navigando in rete è quello del gioco, come testimonia un’intervista  pubblicata da Giochidislots.com ad un esperto del settore. Attraverso la pubblicità, le aziende fornitrici di giochi online, incitano i ragazzi a provare questo tipo di passatempo. Sempre su internet, è facile trovare pseudo esperti che, attraverso blog o pagine facebook, regalano pronostici. Sono in molti quelli che giocano d’impulso, fidandosi ciecamente dei consigli che leggono nel mondo virtuale. Del resto, il fatto di poter giocare ad ogni ora della giornata, per di più anche da telefonino, limita di molto il controllo che si potrebbe avere su un adolescente desideroso di provare a cimentarsi con il gaming online.

 

Ad internet sono anche legati i reati di furto d’identità, codici e password, più comunemente noti come phishing. Si tratta di una tipologia di spam che avviene soprattutto attraverso email camuffate che sembrano arrivare da siti web legittimi (es: banche, assicurazioni, compagnie telefoniche, ISP, ecc.). In queste emali viene richiesto di inserire determinati dati per diversi motivi. Una volta che l’utente ha “abboccato” l’inganno è riuscito.
Come si possono combattere questi pericoli? Più che limitare l’utilizzo di internet, occorrerebbe regolamentarne l’uso. In Italia siamo ancora indietro per quel che concerne l’utilizzo di internet e le trappole che può nascondere e, di conseguenze, non abbiamo basi di sicurezza idonee.

Da questo punto di vista, come si è vista, l’ignoranza in materia, porta i genitori a sottovalutare il pericolo generato dalla rete. Ad oggi esistono dei filtri dinamici per la navigazione differenziata. Molti siti si stanno inoltre attrezzando per inserire delle guide sulla navigazione sicura e, anche in libreria si possono trovare testi su questo argomento.

 

Il problema, in Italia, è, però un altro: bisogna educare non una, ma due generazioni, perchè, se gli stessi genitori no avvertono il pericolo che la rete può portare, come si può pretendere che i loro figli siano più prudenti e non si caccino in qualche guaio?

 

 

 

 

Redazione - Il Faro 24

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