Leggiamo con sconcerto le scelte del nuovo Piano Regolatore di Ortona e come queste siano rappresentate nel Rapporto Ambientale della Valutazione Ambientale Strategica.
Una nuova generazione di piani urbanistici si impone tra i Comuni italiani per rimediare alla indiscriminata espansione dei Piani vigenti spesso disegnati confondendo lo sviluppo con il gigantismo urbano e considerando il suolo come terra di attesa per edificazioni fuori da ogni calcolo di fabbisogno e ragionevole previsione produttiva. Questo tanto più vale sui terreni fragili e preziosi come quelli della costa dei Trabocchi, che avrebbe tante occasioni per ripensare se stessa nella prospettiva di una diversa valorizzazione che veda nella sua natura e nella sua storia un formidabile capitale fisso. La ciclovia, il Parco, lo stesso Masterplan della Camera di Commercio restano occasioni perdute o capitoli mai aperti.
Proprio qui ad Ortona, proprio in uno strumento urbanistico, invece di affermare questi valori riconosciuti ed ormai largamente praticati in molti Comuni, si continua a proporre volumi edilizi, residenziali e turistici a ridosso della costa , a soffocare gli antichi borghi come quella dell’Acquabella e la sua riserva o le preziose aree di Riserva Regionale dei Ripari di Giobbe, l’area dunale tra foce Arielli, zona Postilli-Riccio a partire dalla stazione di Tollo, Foce Foro, Torre Mucchia.
Lo stesso pregio dei nostri incantevoli posti, le spiaggette, i panorami, il dialogo tra gli orti e gli scogli affioranti verranno consumati dalla sequenza delle palazzine, fino a quando i turisti non cercheranno più il loro fascino. Avremo perduto in pochi anni l’identità e l’attrattività dei nostri luoghi.
Intanto non si pone attenzione alla fragilità geologica della costa, oggi meno presidiata dopo lo spostamento della ferrovia e più sottoposta alla pressione di chi la vuole trasformare con accessi carrabili e indiscriminata balneazione di massa.
Il punto di partenza per Italia Nostra relativamente agli scenari che quotidianamente si aprono sul fronte della conservazione della memoria, come nostra identità, della tutela come strumento per non perderne i documenti, del confronto per opporci a scelte estranee alla cultura dei luoghi. Il paesaggio è diventato fondante, per il suo valore intrinseco e come “valore aggiunto”, anche nella economia locale. Ma esiste sempre una dicotomia tra la spinta della crescita, e quindi l’allocuzione di nuove attività, di infrastrutture, di ampliamenti residenziali, e la conservazione dei luoghi. Dobbiamo essere guidati dalla consapevolezza di rischiare la perdita irreparabile del patrimonio di tutti, a fronte di scelte condotte spesso da interessi privati, che portano a valutare in termini di economia contingente opportunità che producono svalutazione del bene comune; è necessaria una crescita culturale in senso lato in seno alle Amministrazioni comunali, che spesso perseguono, come il Comune di Ortona, gli obiettivi di crescita della loro comunità senza una coscienza dei danni indotti da scelte che prescindono dalla tutela del paesaggio nei suoi valori complessivi e nelle sue emergenze puntuali.
Facciamo appello al Comune di Ortona perché abbandoni questa tendenza ad aggredire una costa che è tanta parte dell’identità e del fascino per l’intera Regione; alle Autorità preposte, ognuna per il proprio ruolo, affinché impediscano la compromissione di insediamenti e paesaggio formati nei secoli dalla storia delle nostre genti.