JUNIORES. GIANLUCA ROSONE: UN ALLENATORE DALLE GRANDI QUALITA’ TECNICHE, TATTICHE ED EDUCATIVE.

Gianluca Rosone, quando vestiva la maglia dell’ASD San Gregorio. (Foto presa dal sito http://www.asdsangregorio.it)

La rinascita del calcio passa attraverso la scuola calcio per un progetto di ampio respiro. Gli scenari futuri non sembrano essere i più rosei, ma fortunatamente ci sono alcuni istruttori che hanno la competenza per insegnare calcio. Uno di questi è Gianluca Rosone. Di seguito il comunicato giunto in redazione inerente l’allenatore della Juniores dell’A.S.D. San Gregorio.

“Allenare in un settore giovanile non è un compito semplice, occorre che il tecnico sia in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative e comunicative. Requisiti e qualità fondamentali dell’allenatore sono considerati la passione, la capacità di relazionarsi, una personalità equilibrata, una sufficiente autostima, l’ascolto. Gianluca Rosone allenatore della formazione Juniores del San Gregorio Calcio dell’Aquila è sicuramente un tecnico che possiede i suddetti requisiti e qualità, che manifesta sempre interessamento e vicinanza, apprezzamento, fiducia e incoraggiamento, fornendo sempre il giusto aiuto per risolvere le difficoltà e concorrere alla formazione di un buon senso di autoefficacia e di autostima nel giovane atleta.

E’ certamente un allenatore che arriva all’allenamento sempre carico di entusiasmo e trasmette sicurezza, affetto, accoglienza e serenità, rinforzando quei comportamenti positivi, che hanno, comunque, portato la formazione Juniores del San Gregorio ad essere la capolista del girone. E’ chiaro che un allenatore nel guidare la sua squadra ha a che fare con caratteri diversi e si trova a contatto con situazioni differenti da gestire. Non sempre può adottare il medesimo comportamento e neppure rapportarsi con tutti utilizzando lo stesso tipo di comunicazione. È possibile guidare un gruppo in due modi: con uno stile autoritario o con uno stile cooperativo. Lo stile autoritario è caratterizzato da un atteggiamento di chiusura del mister in rapporto alle decisioni da prendere: egli conduce il gruppo senza tener conto delle opinioni né degli atleti né dei suoi collaboratori e si sente l’unico responsabile nella direzione della squadra. Lo stile cooperativo tiene conto delle idee degli atleti e dei collaboratori, anche se la decisione resta sempre dell’allenatore.

L’allenatore autoritario punta solo alla vittoria, che viene prima di qualunque altra cosa e che è l’unico obiettivo di cui tenere conto, per lui non hanno alcuna importanza né lo stato mentale degli atleti né le loro motivazioni. L’allenatore collaborativo, diversamente, cerca di capire i suoi atleti, di conoscere i loro processi psicologici e le loro motivazioni, per questo motivo predilige giocatori motivati intrinsecamente, perché ha più fiducia nella loro volontà di migliorarsi al fine di raggiungere l’obiettivo. Un allenatore deve sapersi mettere in discussione, nel momento in cui si rende conto di aver commesso degli errori, in modo tale da riuscire a modificare in corsa alcuni atteggiamenti sia personali sia tecnico-tattici. Una caratteristica importante della personalità, dalla quale non si può prescindere quando si guida un gruppo, è l’empatia, cioè quella capacità di assumere come proprio il punto di vista di altri individui, per capire come ognuno percepisce e vive eventi ed emozioni: è questa la risorsa alla quale l’allenatore può attingere per comprendere gli interessi e i bisogni dei suoi atleti.”

Dott. Renato Ventresca
“Direttore Area Tecnica e Comunicazione”

Redazione - Il Faro 24

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