Un convegno per ricordare quel 23 agosto del 1268, quando il destino dell’Italia del sud passò per Tagliacozzo segnando la fine dell’egemonia del Sacro Romano Impero e l’inizio di quella papale che condizionerà le sorti future del Paese.
Tutto ha inizio quando Corradino di Svevia, appena sedicenne, reclama l’eredità del nonno Federico II e dello zio Manfredi e si dirige al sud per combattere Carlo D’Angiò, fratello del re Luigi IX di Francia.
Educato bene dalla madre Elisabetta di Baviera e cresciuto tra poeti e letterati, il giovane Corradino, appoggiato dai ghibellini, parte con 5000 cavalieri alla volta della Puglia convinto di riconquistare il Regno di Napoli passato ai francesi. Lascia Roma e decide di percorrere la via Valeria in direzione di Lucera, perdendo la Fanteria nei pressi di Arsoli a causa dell’impervio percorso montagnoso.
Mentre le truppe di Carlo d’Angiò si spostano verso Ovindoli, Corradino, per evitare un agguato nei pressi del Salto, si dirige a Campo Palentino.
I due eserciti si fronteggiano nei territori di Tagliacozzo e Scurcola Marsicana, nei cosiddetti Piani Palentini, dando vita ad una carneficina senza precedenti.
Fu una battaglia cruenta dovuta all’impreparazione di Corradino, alla scorrettezza di Carlo d’Angiò che combatté usando l’inganno, ma anche ai soldati senza più nessun rispetto per le regole cavalleresche.
Quel giorno tramontò per sempre la Cavalleria, dando vita a modalità di scontri sleali, impudenti e con il disprezzo assoluto per l’avversario che caratterizzeranno le battaglie del futuro. A Tagliacozzo, infatti, i prigionieri furono giustiziati sul posto e i cavalieri massacrati anche dopo essersi arresi.
Le truppe tedesche subirono un’imboscata che fu loro fatale grazie ad Alardo di Valery, condottiere e consigliere di Carlo d’Angiò, che suggerì nuove strategie di guerra – per lo più tranelli – espedienti allora sconosciuti. Fu persino ordinato al comandante Enrico di Cousence di indossare armatura ed insegne reali per confondere le truppe di Corradino.
Scriverà Dante Alighieri nella Divina Commedia: “E là da Tagliacozzo/ove senz’armi vinse il vecchio Alardo”. Canto XXVIII dell’Inferno.
Il tragico scontro termina con la cattura di Corradino che morirà decapitato a Napoli due mesi dopo, segnando la fine del casato degli Hohenstaufen e di ogni sogno imperiale.
“MarsicaMedioevale 2.0 | Uomini & popoli tra cultura & storia” è un’interessante iniziativa che coinvolge i territori che hanno visto il passaggio di due protagonisti della Storia che cambiò il destino del sud Italia.
Si parte da Pescina, con un convegno che si svolgerà oggi, alle 18.30, presso la Sala Conferenze del Teatro San Francesco, per analizzare in dettaglio i fatti storici che portarono al definitivo distacco del Mezzogiorno dal resto della penisola.
Interverranno all’incontro il sindaco della Città di Pescina, Stefano Iulianella; l’arch. Lorenzo Fallocco, presidente del Centro Studi Culturali D’Angiò che illustrerà il progetto; il prof. Franco Salvatori dell’Università degli Studi di Tor Vergata che discuterà il tema “La Battaglia di Tagliacozzo: conseguenze per i territori della Regione Marsicana”; lo storico Diocleziano Giardini con il trattato su “San Berardino e i confini della Marsica”.
Appuntamento dunque ad oggi, 28 luglio, alle ore 18.30, presso la Sala Conferenze del Teatro San Francesco a Pescina.