Se fino a qualche anno fa era un azzardo anche solo immaginarlo, ora sembra che anche gli italiani stiano rapidamente convertendosi al caffè in cialde e capsule. A confermare il trend sono non solo i dati che ormai da tempo testimoniano la crescita del mercato in questione, ma anche le notizie relative allo stato di salute della Bialetti, storica azienda italiana nota nel mondo per aver brevettato nel 1933 la moka.
L’azienda, dopo essere sbarcata in Borsa nel 2007, si trova ora in una crisi sempre più profonda, tale da prefigurarne un inglorioso fallimento. Perché cialde e capsule continuano la loro crescita sul mercato del caffè?
Perché cresce il settore cialde e capsule
Il motivo risiede proprio nella facilità e praticità che insieme alla velocità caratterizzano la preparazione della bevanda. Caratteristiche che in una società in cui i tempi sono sempre più contingentati possono rivelarsi estremamente preziose.
Altra carta che si è rivelata fondamentale per erodere le quote di mercato una volta detenute dalle caffettiere tradizionali è poi l’abbattimento dei costi delle macchine, rinvigorita da una politica commerciale sempre più aggressiva fondata sul comodato d’uso.
Una politica che ha messo in crisi la concorrenza, che del resto aveva già iniziato a sentire odore di bruciato nel 2012, quando Lavazza aveva espresso la sua intenzione di abbandonare i classici sacchetti in polvere e le macchine per macinare i chicchi, ravvisando proprio nelle cialde e nelle capsule il futuro del settore.
A dividersi oggi il mercato non ci sono solo i grandi brand: anche altri marchi nati più di recente per lanciare proprio prodotti in capsula. Un esempio è l’italiana Mitaca, brand in forte ascesa che, per la distribuzione de propri prodotti in capsule, si avvale di concessionari diretti anche online come nel caso di Okcialde, portale dove è possibile acquistare proprio prodotti brandizzati Mitaca.
Il problema inquinamento
Va ricordato che i 10 miliardi circa di confezioni vendute in ogni angolo del globo vanno a generare 120mila tonnellate di rifiuti. Se si pensa come lo smaltimento delle capsule, contenenti alluminio e plastica, possa richiedere sino a 500 anni, si può facilmente capire l’allarme che inizia a risuonare.
Una soluzione potrebbe però arrivare proprio dall’Italia, sotto forma di WayCap, una capsula riciclabile, totalmente ecologica e compatibile con le macchine Nespresso. Proprio questa cialda di ultima generazione si propone di risolvere il problema dello smaltimento con un risparmio stimato intorno all’85% sul costo delle cialde per espresso tradizionali.
Una risposta concreta al fatto che, sino ad oggi, le cialde di alluminio non sono state considerate alla stregua di rifiuto riciclabile: per poterlo diventare dovrebbe essere pulita dopo l’uso, gettando il caffè residuo nell’organico e l’alluminio nel contenitore dedicato ai metalli. La consuetudine del consumatore di gettare le capsule direttamente nell’indifferenziato verrebbe invece ad essere bypassata dalla capsula riciclabile, con grande sollievo degli ambientalisti.