LA FAME DI RELAZIONI NELLA DIPENDENZA AFFETTIVA

La dipendente affettiva è stata una bambina compiacente e poco alfabetizzata alle emozioni.Non le e’ stata fornita una base sicura ( nel sistema di attaccamento) per cui le sono mancati gli spazi e le possibilita’ per poter narrare i traumi.Da adulta cerchera’ sempre conferme attraverso relazioni asfittiche e confluenti in quanto incapace di “ vivere con” piuttosto si esprime “ vivendo per”.Il fare, sentirsi utile e indispensabile è il prerequisito per “ percepire di sé” una idea di buon valore personale e amabilita’.La dipendente affettiva ha internalizzato le figure primarie , e di conseguenza l’idea dei rapporti affettivi, come coloro che ci sono a patto che le performance siano buone.Sentirsi, dunque, cosi fragile ed inconsistente la portera’ a cercare sempre figure che la “ nutrano e sostanzino”.

Solitamente qualcuno impegnato in molte cose, che appare forte e capace di gestire la propria vita, sentendosi lei stessa incapace di farlo da sola. La seduzione esercitata da un partner percepito come forte e perfetto la fa sentire  forte ed importante. Rivitalizzata dalle attenzioni e dalla vicinanza dell’altro,riempie

le dolorose sensazioni di vuoto, solitudine e assenza di valore ed importanza. Questa fase del ciclo viene chiamata «romance». Con il procedere della relazione, cresce il bisogno di attenzioni, contatto e presenza e  la “dipendente”diventa maggiormente richiedente. Il partner  inizia a sfuggire diventando sempre meno presente e la stessa, ne nega l’evidenza giustificandolo sempre. Quando realizza il meccanismo personale “ disfunzionale” ovvero, sovrappone l’ancestrale esperienza di abbandono a quella presente si attivano comportamenti ossessivi di controllo dell’altro e rinegoziazione della relazione relativamente all’alterita’, contatta il  dolore e cerca di controllare sempre più il partner in un’escalation di liti e minacce.La relazione si logora e il partner si allontana..Solo allora, entra nella fase del ritiro e si riattivano le antiche emozioni di vuoto, abbandono, paura, gelosia, rabbia e insieme ad esse, quelle più concrete e relative al momento presente di perdita di una persona, della sicurezza economica, di una casa o altri beni materiali, di un ruolo sociale ecc.A questo punto  si vive una vera e propria disregolazione emotiva: possono comparire ideazione omicida, suicidaria estrema rabbia o depressione, ansia, panico e idee ossessive di vendetta e rivalsa. Se prevalgono la mancanza e il DOLORE DELL’ABBANDONO il si  cercherà in tutti i modi di recuperare il partner. Se prevale la RABBIA sarà ossessivamente assorbita da fantasie di vendetta, a volte al limite della legalità o oltre.

Quando il dolore emotivo è molto forte e sovrapposto all’abbandono vissuto in passato, compaiono forme di addiction e compulsioni finalizzate a dare sollievo dal dolore (sex addiction, ricerca di un nuovo partner, abuso di alcol, shopping compulsivo, binge eating, attaccarsi ad uno dei figli se ce ne sono, fumare in modo compulsivo ecc.).

Una altalena che oscillera’ da una dipendenza ad altre dipendenze, sempre e sempre, o almeno sino a che la “ dipendente” non si dia la liberta’ di “ incontrarsi” per poi dirsi che vale.

Dott.ssa Antonella Fortuna

Redazione - Il Faro 24

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