LA SANITA’ ABRUZZESE, LA BRUTTA ESPERIENZA DI UN CITTADINO

Sanità abruzzese,cure efficaci,strutture di prevenzione no.

         A fine ottobre 2019, mi sono recato presso lo studio del mio medico di base poiché, quando andavo in montagna, a volte sentivo il bisogno di fermarmi perché stanco, e a volte avevo affanno: questo accadeva a prescindere dalla distanza che percorrevo.

         Il medico mi ha prescritto una visita cardiologica, un elettrocardiogramma e un elettrocardiogramma sotto sforzo. All’atto della prenotazione, prima sorpresa; gli esami li avrei dovuti fare in ordine sparso, a mio avviso senza alcuna logica. E così è stato: infatti, l’elettrocardiogramma sotto sforzo l’ho fatto l’11 novembre, l’elettrocardiogramma normale il 14 dicembre; per quanto riguarda la visita cardiologica, infine, siccome la lista d’attesa era chiusa, la prenotazione sarebbe stata possibile solo nel mese di gennaio 2020.

         Il test (sotto sforzo) ergometrico è risultato positivo, e in data 11 novembre, quella dell’elettrocardiogramma, sono stato messo in lista per effettuare la coronarografia. Mi  è stato suggerito di sospendere nel frattempo ogni attività e, in caso di dolori al petto e/o al braccio,  di recarmi al pronto soccorso.

         Un po’ preoccupato, ma fiducioso, ho  atteso di essere chiamato per eseguire la coronarografia. Mi son recato alcune volte in ospedale per sollecitare, e finalmente, dopo ottanta gg, sono  stato chiamato.

         Il 28 di gennaio sono stato ricoverato presso l’UTIC di Avezzano, il 29 mi è stata  eseguita la coronarografia, oltre ad altri esami ed il 30 sono stato trasferito a Chieti per essere sottoposto ad intervento, e qui sono stato operato il 1/2/2020.

         L’11 febbraio sono stato dimesso e trasferito presso la riabilitazione cardiologica di Tagliacozzo, dove sono restato fino al 29 febbraio 2020. Ecco il seguito del percorso: controllo e medicazione mercoledì 4 marzo, visita di controllo 11 marzo 2020, prossima visita di controllo a Tagliacozzo l’ 8 aprile, e,  infine,  ultima visita il 12 maggio a Chieti.

Alcune considerazioni.

•        L’approccio che ho avuto per verificare eventuali problemi al mio cuore rivolgendomi al medico di base è stato opportuno, cosi come l’indagine specialistica proposta dal medico, mentre la programmazione delle visite mi ha lasciato sconcertato,  data la pessima scansione degli interventi volti ad approfondire la diagnosi su  una  più che probabile malattia. Il cardiologo che ha eseguito il test sotto sforzo ha evidenziato il problema e mi ha messo in lista per la coronarografia: attendere ottanta gg. mi è sembrato senza senso, considerato che già il test ergometrico evidenziava chiaramente problemi cardiaci gravi.

L’UTIC, vista da dentro, evidenzia lo stress a cui è sottoposto il personale: gli spazi sono inadeguati per la tipologia degli interventi che si devono fare su pazienti ricoverati e su quelli che arrivano dal pronto soccorso o da altre strutture; se, malauguratamente, capita una urgenza su un paziente ricoverato (come è successo il 29 gennaio) ti accorgi della limitatezza degli spazi e del disagio che subiscono anche gli altri ricoverati. E bene ricordare che dal 1 giugno 2018 ,giorno del pensionamento del primario del reparto dott Raniero Di Giovanbattista ,il sostituto non è stato individuato e dal 1/6 /2018 ad oggi responsabile del reparto “RESPONSABILE DEL LABORATORIO DI EMODINAMICA è il dott Valentini Giuliano.

•         

•        Tutt’altro discorso per i passaggi successivi:  il trasferimento all’ospedale di Chieti del 30 gennaio è stato effettuato con ambulanza del 118, con medico ed infermiere a bordo, i quali, per tutta la durata il trasferimento, hanno dialogato con me, rasserenandomi. Dopo l’arrivo in ospedale sono stato immediatamente preso in carico, e portato in sala operatoria in un clima sereno e rasserenante; sereno è stato anche il risveglio in terapia intensiva,  con medici ed infermieri  pronti ad avvicinarsi ad ogni cenno che un  malato facesse.  Dopo alcuni giorni sono stato trasferito in reparto, e mi ha fatto enormemente piacere vedere gli allievi della scuola infermieri, che, sotto l’attenta guida di infermieri esperti, facevano tutte le operazioni necessarie sul malato. Sollecitato amorevolmente ad alzarmi, a camminare e a fare alcuni esercizi di respirazione, ho recuperato rapidamente e ho iniziato a gestirmi in maniera autonoma.

•        A questo punto  devo purtroppo evidenziare alcuni elementi non positivi.  Il trasferimento in ambulanza a Tagliacozzo non è stato gradevole. Gli operatori hanno mostrato fastidio  per il fatto di dover portare la mia borsa con biancheria di ricambio, che è stata messa tra le mie gambe e li è rimasta fino a Tagliacozzo. A Chieti, dal piano dove ero ricoverato, per raggiungere l’ambulanza, sono transitato per gli scantinati dell’ospedale, e sono giunto in un luogo dove c’erano a destra e sinistra decine di cestelli di biancheria sporca ed  un camion a caricare materiale, mentre l’ambulanza era in mezzo al piazzale, e questo non mi è parso un modo dignitoso di trasferire il paziente. L’infermiere che mi ha accompagnato sull’ambulanza ha preso il suo cellulare appena partiti e l’ha riposto solo all’arrivo a Tagliacozzo.

•         E torniamo agli elementi positivi: preso in carico dal Personale di Tagliacozzo, sono stato trattato da tutti con gentilezza e cortesia: assistenza perfetta, visita tutti i giorni con verifica terapia, aggiustamenti ed esami di controllo. In camera facevamo alcuni esercizi per la riabilitazione, e dopo alcuni giorni, a secondo delle condizioni del paziente,  gli esercizi venivano effettuati mattina e pomeriggio.  Il cibo era buono e avevamo anche a disposizione una stanza con televisore, divani, due tavoli con sedi e una piccola biblioteca. Dopo le dimissioni, sono tornato in ospedale per il controllo della ferita, e, dopo una decina di giorni, sono stato sottoposto ad un controllo accuratissimo, con conseguente definizione della terapia da fare a casa.

     In questi giorni si parla molto del personale medico ed infermieristico, eroico in corsie, che sono quasi trincee. E’ bene sapere che, per tutta la struttura di Tagliacozzo e in particolare  per dodici operati al cuore costantemente presenti, c’’è un solo cardiologo, che è presente  dal lunedì al sabato, per l’intera giornata. L’efficienza della  struttura di di Tagliacozzo è stata spesso sottolineata da altri pazienti e da  parenti ed amici che venivano in visita, per cui sarebbe assolutamente opportuno un suo potenziamento

     Una rapida conclusione. Quando ci si ammala sul serio, il nostro sistema sanitario risponde con cure efficaci e ad altissimo livello. Ma le strutture di  prevenzione sono assolutamente deficitarie. Ho dovuto aspettare diversi mesi per esami che hanno poi evidenziato la drammatica urgenza di un intervento effettuato a soli tre giorni di distanza dalla coronografia, il che significa che era estremamente urgente. Una prevenzione ben fatta, con esami appropriati e senza inutili sprechi, non solo consentirebbe di salvare molte vite, ma conterrebbe i costi complessivi. Esprimendo la mia gratitudine a tutti gli operatori che, con la loro eccellente professionalità e la loro umana vicinanza, mi hanno consentito di superare una malattia piuttosto seria,voglio invitare tutti i destinatari della presente ad adoperarsi per una non più rinviabile riduzione dei tempi delle liste d’attesa, la cui durata talora può rivelarsi drammatica per i malati.

Grazia a tutti!!!                                                       Augusto Di Bastiano

Avezzano li 21/3/2020

CENTRO GIURIDICO DEL CITTADINO

Redazione - Il Faro 24

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