“E mentre i nostri amori dormono noi ci divertiamo ad organizzare il loro dolce risveglio….. auguri per i nostri piccoli”.
E così che scriveva su Facebook Monia Rughoo, una delle vittime della casa inghiottita dalle acque del fiume Milicia, a Casteldaccia, in Sicilia.
Una tavola apparecchiata di dolci e amore per i propri bambini. Dolci che non mangeranno più. 9 vittime in totale, intere famiglie cancellate. Immagini che fanno male. Non si rassegna Giuseppe Giordano, l’unico sopravvissuto all’interno della casa e che ha perso moglie, due figli, la sorella, la madre oltre ad altri parenti. Oggi, nella camera ardente ha avuto diversi malori. Si è salvato per caso l’altro fratello Matteo. Aveva lasciato la casa insieme alla moglie e al loro bambino per fare ritorno a Palermo. E si è salvata la figlia Asia, uscita con lo zio a comperare dei dolci.
Una tragedia annunciata che si poteva evitare semplicemente rispettando la Legge e facendola rispettare. La rabbia di chi non si rassegna. Abusivismo, case fuorilegge, costruite sulla piana del fiume e condannate alla demolizione mai avvenuta. La burocrazia italiana che rallenta persino quando può salvare vite umane.
Restano le parole d’affetto degli amici sui social e la sincera commozione di chi guarda rabbrividendo quella che diventerà, da lì a poche ore, la tavola degli angeli.