Era una donna forte, bellissima e dalla cultura immensa la professoressa Falcucci. Schietta, diretta ma capace di attenzioni verso i propri allievi che solo una madre poteva. Ha accompagnato future generazioni di maestre in tanti anni di servizio all’Istituto magistrale De Titta di Lanciano. Anni di grandi fermenti culturali con il presideUn’ insegnante che conosceva pregi, difetti e potenziale di ogni alunno. Sapeva tirare fuori il meglio da ogni ragazzo e sapeva fargli dono della sicurezza in se stessi. Una figura enorme, che chi ha avuto la fortuna di incontrare sul proprio cammino difficilmente potrà dimenticare.Su un manifesto affisso di suoi amati allievi è scritto: «Lugete, o Veneres Cupidinesque Et quantum est hominum venustiorum! Piangete, o Veneri e voi Amorini, e quanti sono disposti all’amore. I tuoi ragazzi della 5°BL 1996.I versi di Catullo che la stessa Falcucci aveva declamato, con voce possente e fiera, proprio dai luoghi del poeta dell’amore durante un gita sul lago di Garda. A tanti anni di distanza quei versi sono ancora impressi nella memoria di tutti.La professoressa Falcucci lascia le due adorate figlie Ida e Milla e, l’amatissima nipote Giorgia e il fratello Luca. A tutta la famiglia vanno le condoglianze della nostra redazione e di chi scrive, sua ex alunna. I funerali domani mattina alle 10,30 in Cattedrale a Lanciano. Benito Lanci fratello di suo marito, l’indimenticato professor Tonino Lanci scomparso pochi anni fa.