Il settore zootecnico abruzzese è in crisi, a peggiorare le cose ci si mette però anche la burocrazia della Asl provinciale numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, con il grosso rischio, per oltre 50 allevatori dell’Aquilano, di perdere i contributi europei previsti dal Piano di sviluppo rurale (Psr), che ammontano a circa 20 mila euro ciascuno.
A denunciarlo è il Comitato spontaneo degli allevatori. Per accedere all’erogazione dei contributi europei previsti dalla misura “F” del Psr, infatti, erano necessari documenti allegati alla richiesta che, tuttavia, “non ci sono stati richiesti dal servizio Veterinario di Sanità animale della Asl”, assicura il segretario del Comitato, Gino Guetti, “con il risultato che ora è tutto bloccato”.
La documentazione mancante è relativa al trasferimento nei pascoli in quota, in particolare sul Gran Sasso, dalla primavera all’autunno, delle mandrie e dei greggi, la cosiddetta “monticazione”, e il loro ritorno nelle stalle a valle per trascorrere al caldo l’inverno, ovvero la “demonticazione”.
E ancora documenti relativi al codici pascolo e ai contratti di affitto e delle concessioni quinquennali dei pascoli da parte dei Comuni e delle amministrazioni separate.
Documenti che l’ufficio veterinario sanità animale della Asl avrebbe dovuto richiedere per poi caricarli nella banca dati dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), ente statale italiano che ha compiti di coordinamento e di organismo pagatore nell’ambito dell’erogazione dei fondi dell’Unione europea ai produttori agricoli. Senza questi documenti, l’Agea ha deciso di bloccare il pagamento dei premi.
“Avevamo fatto presente già un anno fa che quei documenti erano necessari, molti nostri associati hanno anche inviato solleciti, ma all’ufficio della Asl ci hanno sempre spiegato che non servivano – rincara Guetti – Una cosa gravissima perché ora, non certo per colpa nostra, rischiamo di perdere i fondi preziosi, da cui dipende la sopravvivenza di oltre 50 aziende, già in forte difficoltà”.
Consegnare a posteriori la documentazione mancante, del resto, è a questo punto impossibile, visto che, per esempio, la documentazione relativa agli spostamenti di mandrie e greggi nei singoli pascoli serviva per effettuare controlli a campione che, evidentemente, ora non possono essere più eseguiti.
A tal proposito, altra criticità, spiega Guetti, “è stata l’assenza di una corretta informazione da parte di alcuni sindaci, soprattutto dei Comuni ricadenti nel Parco del Gran Sasso-Monti della Laga, che non hanno agevolato le concessioni dei terreni di uso civico per il periodo di 5 anni, quello prescritto dall’Unione Europea, ma di un solo anno”.
In questo caso, comunque, si può porre rimedio concedendo a posteriori una proroga di altri 4 anni, in modo tale da adeguarsi ai regolamenti europei. Effettivamente neanche negli anni scorsi questa documentazione era stata consegnata o non era, vedi periodo di affitto, in linea con i regolamenti europei, ma ciò non ha impedito l’erogazione dei premi.
Ora, tuttavia, evidentemente le direttive europee hanno preso un’altra direzione, e i criteri sono diventati stringenti e ineludibili. Ma questo, protesta Guetti, “il servizio sanitario, che gestisce questo asse del Psr, doveva saperlo, e doveva metterci in condizione di metterci in regola, del resto noi glielo abbiamo detto e ripetuto che quei documenti servivano”.
Emerge ora a caduta anche un altro timore: che vengano richiesti indietro anche i premi passati, un’ipotesi non troppo remota.
“Sarebbe una sciagura – mette le mani avanti Guetti – ma una cosa è certa, a pagare dovrà essere eventualmente chi alla Asl ha sbagliato, non certo noi”.
Il Comitato precisa che la ricaduta del premio è diretto anche ai Comuni che affittano i terreni con prezzi maggiorati e che vengono ad essere oggetto di cura dell’ambiente con pascolamento del cotico erboso, arbusti e siepi infestanti.
Il Comitato ha indirizzato intanto una richiesta d’incontro urgente al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, all’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe e al consigliere regionale presidente della commissione competente Lorenzo Berardinetti, per ragionare su una possibile soluzione a questa vicenda che potrebbe avere conseguenze molto gravi.
( Cicchetti Ivan )