I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, comandati dal Ten. Maximiliano Papale, hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con prescrizione di non allontanarsi dal proprio domicilio dalle ore 20:00 alle ore 07:00 a P.F., classe ’86, originario di Avezzano. Allo stesso è stata sequestrata in via preventiva la patente di guida.
P.F. verrà inoltre segnalato alla locale Prefettura per la revoca del titolo di guida.
L’investimento mortale risale al 2 novembre 2015 quando fu proprio il giovane a prestare i primi soccorsi alla donna ormai esanime al suolo. Questi, infatti, al momento dell’arrivo dell’arrivo dei sanitari del 118 aveva dichiarato di aver scorto al suo passaggio la donna in terra e di essersi fermato dopo qualche metro per prestarle assistenza.
Effettivamente a chiedere l’ausilio del 118 è stato proprio il giovane che, però nascondeva dettagli importanti per la ricostruzione delle indagini.
Indagini materialmente svolte dai Marescialli Galasso e Scarfagna che hanno svolto attività a 360°, ricostruendo la dinamica anche grazie all’ausilio di alcune telecamere a circuito chiuso poste lungo il tragitto percorso dall’indagato.
Dalle immagini, intanto, già si notava ad occhio un’alta velocità del mezzo condotto da P.F. che, nonostante percorresse il centro abitato, poneva in essere un sorpasso azzardato pur in presenza della striscia continua che lo vietava.
Le indagini, però, risultavano da subito difficoltose per l’assenza di testimonianze oculari.
A quel punto è stato necessario confrontare le dichiarazioni del giovane con le risultanze ottenute dai suoi tabulati telefonici. Altri elementi gravanti sullo stesso sono poi emersi dall’analisi del cronotachigrafo del mezzo condotto dal P. F., un furgone per corriere espresso, il quale percorreva la S.P. 260 “Picente” ad una velocità superiore a quella consentita.
Il puzzle così ha cominciato a ricomporsi proprio intorno al giovane. Infatti, quando ancora gli elementi non sembravano essere concordanti sull’indagato, i Carabinieri non hanno escluso alcuna ipotesi ponendo sotto sequestro anche un autobus di linea poi dissequestrato una volta accertata la sua estraneità ai fatti.
Ma ancora ciò non bastava a rafforzare il quadro accusatorio nei confronti del giovane. A seguito delle direttive del P.M. titolare del fascicolo processuale, il Dottor Stefano Gallo, sono stati interessati Reparti dell’Arma ad altissima specializzazione: il Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma.
I militari specializzati, intervenuti sul posto, presa cognizione dell’intera vicenda, hanno scandagliato centimetro per centimetro il mezzo condotto dall’indagato e l’autobus di linea, di cui, però, hanno subito escluso qualsiasi coinvolgimento. L’attenzione si è quindi concentrata sul mezzo condotto dal giovane.
Intanto l’anatomopatologo responsabile dell’esame autoptico della povera donna ha fornito, con la propria relazione, importanti indicazioni medico legali utilizzate poi sia dai militari operanti per l’individuazione del colpevole sia da un tecnico nominato dalla procura per la ricostituzione del mortale sinistro. La convergenza di tutte queste componenti individuavano un quadro sotto il punto di vista investigativo fortemente indiziante nei confronti di P.F. e, da un punto di vista scientifico e medico legale coerente e compatibile proprio con tutte le risultanze raccolte dai Carabinieri.
Le prime indicazioni offerte dal medico legale portavano gli inquirenti a ridurre il campo d’azione a mezzi pesanti poiché le ferite letali non potevano che essere compatibili con quel tipo di veicolo. Atteso che i Carabinieri in quell’arco orario avevano certezza che erano passati su quella arteria stradale prima l’autobus di linea e poi il mezzo del corriere espresso, ci si è concentrati ad assumere informazioni su di essi.
Infatti dalle dichiarazioni rese dal conducente e dal trasportato dell’autobus, gli inquirenti hanno accertato che la donna vittima del sinistro, al momento del passaggio del bus sul rettilineo di Marana, si trovava 200 metri prima del punto d’impatto, distanza che risultava compatibile con il passaggio del furgone avvenuto 1 minuto e mezzo dopo quello dell’autobus.
E’ verosimile, infatti, che la donna sia stata investita proprio al momento in cui tentava di attraversare la strada per far rientro a casa distante solo pochi metri dal punto d’impatto.
I mezzi venivano quindi sottoposti a sequestro e su di essi sono intervenuti i Carabinieri del R.I.S. i quali escludevano l’autobus di linea mentre si orientavano sul veicolo condotto dall’indagato.
Infatti, mediante la riproduzione dell’accaduto con l’ausilio di un manichino avente le stesse caratteristiche fisiche della vittima, il Reparto speciale è riuscito ad individuare precisamente il punto d’impatto, lo spigolo anteriore destro del cassone, e la successiva dinamica fisica che ha avuto il corpo investito e la sua seguente interazione con il veicolo. A questo punto i Carabinieri hanno effettuato ulteriori accertamenti su parti ben precise del veicolo ove veniva riscontrata la presenza di fibre riconducibili agli indumenti dell’investita, in particolare una fibra di colore blu proveniente dal tessuto con cui era realizzata la fodera interna del giubbotto della vittima.
Mentre sulla parte esterna del giubbotto della donna venivano rinvenuti frammenti di vernice rossa riconducibili alla verniciatura del mezzo.
Non solo, venivano individuati sugli indumenti della vittima “ polveri simili a quelle presenti sul furgone quali silicati e carbonati complessi di calcio”.
Proprio l’utilizzo del manichino vestito degli indumenti della vittima, permetteva infine di evidenziare una esatta corrispondenza per forma e posizione dei segni e delle lacerazioni presenti sul capo d’abbigliamento con le sporgenze del mezzo ove il corpo impattava.
L’iniziale capo d’imputazione di una probabile omissione di soccorso e di omicidio colposo ad opera di ignoti, si è quindi modificata nel solo omicidio colposo nei confronti di P.F.
Ai fatti accaduti non è applicabile la recente normativa in materia di cosiddetto “omicidio stradale” e “lesioni stradali” poiché intervenuta successivamente.