Nell’archivio comunale di Aielli sono conservate sessantuno(?) pergamene che risultano appartenere: quattro alla confraternita del SS. Sacramento, cinque alla SS. Tinità, sei al SS. Rosario, quattordici alle Anime purganti e ventinove sono della confraternita della Madonna della Pace. Ancora, una pergamena datata novembre 1710 del notaio Simplicio Rosati di Celano. Un’altra pergamena rogata, in data 24 novembre 1746, nella casa del marchese Loreto Tomassetti [Maceroni], dal notaio Giovanni d’Amato di Anversa residente in Celano. L’atto tratta di affari privati: la signora Lucrezia de Rubeis vedova di Giovanni Angelitti e madre di sette figli, vende alcuni terreni per pagare, tra le altre cose, “à Nunzio Ciccotta scarparo (di Gagliano) [do]cati sei p[er] prezzo di tante scarpe incredenzate” (date a credito).
Infine, la più antica, datata 21 dicembre 1567, fu rogata in Pescina dal notaio Marino Migliore dello stesso luogo, alla presenza dei testimoni e di Simone Barbati giudice regio ai contratti. Con quel documento, Berardino Cico di Lecce, estensore dei catasti dell’Università di Aielli, onde evitare eventuali future complicazioni, portava a conoscenza dei massari di averne fornito una copia ai bonatenenti di Celano: […] che allj anni passati havendo esso do[n] berardo fatto lo catasto in terra d’agillo it se forno rimisurati tuttj li territorj che possedono l’hommini di cilano li nomi dillj qualj stando discritti in dicto catasto di Agillo it cosi la giornata it l’anno it finito dicto catasto, da lunj it l’altrj accettati,et coso hando pagato et pagano li collittj quetamente dove puoj essendo esso do[n] berardo riq[ui]sito dallj hominj di cilano li dessi la copia dj dittj terreni quali possidevano in sul territori dj agillo como bonatenentj, et cosi sensa p[re]iudicio della terra dj Agillo, et che nisuno altro isso do[n] berardo gli dittj d[ic]ta copia co[n]farci minzione […], et accio no[n] ce nasca gelosia ne differentia ne faccio la p[rese]nte fide it testimonianza p[er] esser[e] cosi la verita et a magior cau[te]la mj sono sotto scritto dj mia prop[r]ia mano adj it anno ut s[upra] Io do[n] berardo Cico dj lecce accitto it co[n]firmo ut s[upra] […]
I bonatenenti erano quegli individui non residenti che avevano proprietà immobiliati nel territorio ricadente sotto la giurisdizione dell’università.
I catasti redatti da Berardino Cico sono conservati anch’essi presso l’archivio comunale, restaurati di recente, e nelle prime pagine riportano le seguenti note:
– A di XVIII de marso 1558 fù ordinato lo p(rese)nte bastardello per l’universita e popolo d’Aiello et presentim per Bartolomeo de Letta e pietro antonio macerola max[ari] de detta terra in quel tempo: fatto per me Berardo Cico de lecce una con la presentia de Janni de Testone, e Berardino de giannino electi tamque fide digni a veder et assettar tutte le partite dentro scrittj fatto, calculato escritto per me Berardo sudetto nel di, mese, et Anno ut supra.
– A di XXIIII de febraro 1559 fù reprovisto lo detto libro seu bastardello per me Berardo cico de lecce una con la presentia de notar alissandro de bartomicca, e Berardino de giannino eletti tamque fide digni fatto, scritto, calculato per me Berardo sudetto per ordine della universita e max[ar] …? de Croce de maccaglino, e salvatore de bartomicca max[ari] al presentj nel mese et anno ut supra.
La prima confraternita (o compagnia) costituita in Aielli fu probabilmente quella del SS. Sacramento. Questo lo si deduce dal fatto che già nella bolla di fondazione della chiesa della SS. Trinità (1362), voluta da Ruggero II conte di Celano, fu prevista, all’interno di detta chiesa, l’edificazione della cappella dedicata al SS. Sacramento, e dal fatto che tale compagnia fosse soggetta al Capitolo Lateranense, il quale era stato delegato dal suddetto conte ad esercitare la giurisdizione su quella chiesa, e a questo era tenuta a pagare annualmente mezza libra di cera bianca. In un documento del anno 1673 è scritto che, presso l’archivio diocesano in Pescina, erano conservati i registri della Compagnia relativi all’anno 1491. Godeva del privilegio di incedere, nelle processioni, in ultimo luogo. L’esistenza della compagnia della SS. Trinità è attestata da quanto scritto nel frontespizio del libro dei conti (1507 – di recente pubblicato da Antonio Socciarelli di Cerchio) dove si dice che i procuratori hanno redatto quel libro secondo le istruzioni venute dai canonici della Chiesa di S. Giovanni in Laterano.
Agli inizi del diciottesimo secolo, in Aielli, erano presenti le confraternite della Madonna della Pace, del
SS. Sacramento e del SS. Rosario. A quest’ultima il vescovo Francesco Berardo Corradini [1680-1718] aveva unito quelle di San Rocco e di Santa Monica. Con legge del Regno di Napoli, nel 1862, vennero istituite le Congregazioni di Carità e quella di Aielli raggruppò in se le confraternite del SS. Sacramento, del SS. Rosario, delle Anime Purganti o Suffragio e della SS. Trinità.
Da questo accorpamento rimase fuori la confraternita della Madonna della Pace perché protetta dall’Assenso Regio.
Con il decreto reale del 23 ottobre 1871 si sancì l’aggregazione di tutti i luoghi pii all’ospedale Madonna della Pace mantenendo la denominazione di Congregazione di Carità. La legge del 3 giugno 1937, n. 847 soppresse le congregazioni di carità passando le competenze agli enti comunali di assistenza (ECA); successivamente, con il passaggio del servizio sanitario alle regioni si ebbe, nel 1978, la soppressione di tali enti e il conseguente trasferimento delle proprietà e del personale ai comuni.
Questo spiega la presenza delle pergamene presso l’archivio comunale e non, come sarebbe stato logico, in quello parrocchiale