LE TRACCE DELL’ANTICO ABRUZZO

Per secoli l’antico Abruzzo fu conteso da un gran numero di popoli italici (MarsiEquiVestiniPeligniSannitiPiceniMarruciniFrentani). Nel IV secolo a.C., però, i potenti vicini Romani vi penetrarono da conquistatori fondandovi numerose colonie.
Verificata a loro spese la tenacia dei guerrieri “abruzzesi”, i romani vollero inserirli nelle loro legioni, senza però estendere loro i diritti di cittadinanza. Per acquisire questi diritti, nel 91 a.C., i Sanniti promossero la costituzione a Corfinio di una lega italica nell’ambito della quale fu usata per la prima volta la parola “Italia”. Dopo essere stati sconfitti, questi popoli furono assorbiti definitivamente da Roma.

Il percorso inizia a 9 Km dall’Aquila dai resti di Amiternum. Antica città sabina conquistata dai Romani nel 293 a.C., Amiternum prende il nome dal vicino fiume Aterno. Essa era posta in corrispondenza di un importante snodo stradale nel quale confluivano l’antica via Cecilia (verso Teramo), la via Claudia Nova (verso l’altopiano di Navelli) e la via Salaria (verso Roma). La città, patria dello storico Sallustio e forse di Ponzio Pilato, arrivò a contare decine di migliaia di abitanti, come testimoniano un teatro augusteo dall’acustica perfetta e un anfiteatro dalle murature in laterizio capace di contenere 6.000 spettatori.

Su un colle che domina Amiternum, potete visitare il centro di San Vittorino. Qui, nel sottosuolo della chiesa romanica di San Michele Arcangelo, sono visibili le più belle catacombe paleocristiane d’Abruzzo: una necropoli fatta di tombe scavate nella roccia nelle quali sono conservate, fra le altre, anche le spoglie dello stesso San Vittorino, martirizzato sulla via Salaria.

Lasciata la zona di Amiternum, potete raggiungere – mediante un agevole percorso autostradale – le rovine di Alba Fucens, antica città italica conquistata nel 303 a.C. dai Romani che ne fecero la loro più importante e fedele colonia d’Abruzzo. Le sue rovine monumentali (le terme, l’anfiteatro e soprattutto le mura esterne, costruite con massi poligonali) sono ottimamente conservate.

Procedendo infine verso Luco dei Marsi potete imbattervi nei resti del grande Tempio di Angitia (una divinità dai poteri magici, capace di incantare i serpenti e di impiegare ogni sorta di erba medicinale per scopi curativi e taumaturgici) eretto sulle sponde di quello che era una volta il lago Fucino (poi scomparso con i lavori di bonifica).
Per concludere, potete percorrere le sponde dell’antico lago Fucino, il cui prosciugamento, concluso dal principe Alessandro Torlonia nel 1878, fu avviato già in epoca romana (tra il 42 e il 51 d.C.) dall’imperatore Claudio.

 

( Cicchetti Ivan )

 

 

Redazione - Il Faro 24

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