E’ guerra tra Virginia Raggi, sindaca di Roma, ed il giornale L’Espresso. Tutto parte con l’accusa dell’organo di stampa alla sindaca la quale avrebbe assunto 102 collaboratori in soli 16 mesi con stipendi elevati e cariche inutili, che diventano 85 se non si considerano i collaboratori che erano stati assunti da assessori le cui dimissioni erano già effettive al momento della pubblicazione.
L’Espresso ha pubblicato anche l’elenco degli incaricati con relativi stipendi, consultabile cliccando qui.
La sindaca ha risposto al giornale con un post su Facebook:
Vergogna. L’ultimo numero de L’Espresso in cui si parla di “casta del Campidoglio” è indegno. O meglio degno del peggior giornalismo. Quello che non racconta la verità dei fatti ma getta solo fango per screditare a fini politici l’Amministrazione di Roma. Numeri e cifre sballati, disonestà intellettuale, falsità e addirittura curricula di professionisti ridicolizzati. Si vede che la campagna elettorale è iniziata, quindi largo agli attacchi. Ma ora la misura è davvero colma e serve fare chiarezza.
Tralasciando la copertina al limite della blasfemia, si parla di “corte di Virginia” e che “Raggi fa il pieno di collaboratori: 102 in 16 mesi”. Assolutamente falso: i collaboratori della Giunta sono la metà, 54 in tutto. Costo totale: 3,8 milioni di euro e non 5 milioni come riportato. Dov’era L’Espresso quando con l’ex sindaco Alemanno si arrivava a spendere 12 milioni di euro l’anno? Dov’era quando abbiamo ridotto gli sprechi e tagliato poltrone rispetto al passato? Dov’era quando abbiamo licenziato dall’Atac gli assunti di Parentopoli? Non ho visto nessuna copertina dedicata a queste nostre grandi vittorie per i cittadini.
Ma facciamo un confronto con il passato. L’ex sindaco Ignazio Marino assunse 153 collaboratori mentre nell’ultimo anno e mezzo di mandato Gianni Alemanno ne aveva 158. Noi 54