Let’s Clean Up Europe: anche l’Unesco pulisce l’UE

 

Torna la campagna europea Let’s Clean Up Europe (LCUE), l’iniziativa contro il littering e l’abbandono dei rifiuti, giunta alla quinta edizione.

Via alle pulizia di primavera

Torna la primavera, è tempo di fare pulizia. Dal 1° marzo al 14 maggio, infatti, in tutta l’Unione europea sarà possibile mettere in campo azioni di pulizia sotto la bandiera di LCUE. Da non dimenticare, però, che la manifestazione raggiungerà il suo culmine tra il 11 e il 13 Maggio 2018, per coerenza con la tradizione che vuole il momento clou della campagna LCUE ruotare intorno al giorno dell’Europa, in programma il 9 maggio in ricorrenza della Dichiarazione Schumann. Nella penisola italiana l’evento è promosso dal Comitato promotore nazionale della Settimana Europea Riduzione Rifiuti- composto dal Ministero dell’Ambiente e per la Tutela del Territorio e del Mare, CNI Unesco, Utilitalia, Città metropolitana di Roma Capitale, Città Metropolitana di Torino, ANCI, Legambiente – coordinato da AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), ed è supportato dal Ministero dell’Ambiente, che ogni anno sostiene anche la realizzazione di un evento centrale nazionale.

I dati dell’edizione italiana 2017

Il 2017 è stato, in Italia, un anno ricco di iniziative nel segno della pulizia: 410 azioni di pulizia straordinaria del territorio sotto il cappello di LCUE. In Italia LCUE è resa possibile grazie al contributo di CONAI, Comieco, Ricrea, Coreve e Corepla. Alla base dell’evento c’è una vera e propria call to action: tutti, in Europa, possono proporre e organizzare, sull’intero territorio nazionale, azioni di raccolta e pulizia straordinaria del territorio che coinvolgano direttamente ed attivamente i cittadini. All’iniziativa possono partecipare e aderire istituzioni ed enti locali, associazioni di volontariato, scuole, gruppi di cittadini, imprese e ogni altra tipologia di enti. Determinante il contributo che per la diffusione dell’iniziativa avranno i social network. Tutti i promotori sono chiamati a condividere foto e video delle azioni di pulizia sulle pagine social dell’evento. E’ possibile iscriversi al progetti entro il 4 maggio 2018.

Italia Patrimonio Unesco

In un Paese come l’Italia, che guida la classifica dei patrimoni Unesco, un’iniziativa come LCUE è davvero importante per sensibilizzare e avvicinare tutti i cittadini alla tutela e alla valorizzazione dei tanti tesori della penisola: centri storici cittadini, giardini, ville, bellezze paesaggistiche. L’Italia è il paese che detiene il record di maggior numero di patrimoni dell’umanità dell’Unesco nel mondo con 53 beni nella lista nel 2017. Una lista in continuo aggiornamento che si appresta a valutare le candidature di numerosi aspiranti beni italiani. Tra le Regioni che vantano la maggior parte dei siti Unesco ci sono la Toscana, la Lombardia e la Sicilia.

Uno sguardo alle Regioni

I Medici rallegrano la Toscana. E’ a loro, infatti, che la Regione deve la maggior parte dei suoi siti Unesco, tra ville e giardini medicei. Perdersi tra le stradine di Firenze e lasciarsi incantare dal verde e dai giochi di forme e colori dei giardini è davvero incantevole. Ma non bisogna dimenticare che proprio qui si trovano oasi di bellezza e serenità che non rientrano ancora nei siti Unesco e che forse non rientreranno a breve ma lasciano avvero a bocca aperta ogni visitatore. E’ il caso, ad esempio, del Giardino dei Semplici di Firenze, a cui il portale Codiferro dedica un interessante approfondimento, che conquista e affascina tutti. Il centro storico del capoluogo toscano, tra l’altro, è stato il primo luogo italiano a entrare nell’elenco dei siti Unesco nel 1982. A seguire: Piazza dei Miracoli a Pisa nel 1987, i centri storici di San Gimignano (1990), Siena (1995) e Pienza (1996), quindi i comuni della Val d’Orcia (2004) e i complessi architettonici della famiglia nobiliare de Medici (2013). La Lombardia, invece, guida a classifica italiana con nove riconoscimenti da parte dell’Unesco tra il 1979 e il 2011. Al Sud regna la Sicilia, con sette riconoscimenti Unesco.

Redazione - Il Faro 24

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