LETTERA APERTA A BIONDI: PER IL RUGBY E PER LA CITTA’

 

 

 

Egregio Signor Sindaco,

 

            mi permetto di scriverLe per offrire a Lei e alla Città una riflessione relativa ai fenomeni economici e sociali che involgono il rugby e lo sport in generale.

 

Mi riferisco alla ricostruzione post terremoto ed alla ricerca di risorse utili al rugby, ma in generale allo sviluppo dello sport e del vivere civile.

 

Queste considerazioni per non essere velleitarie ragionano su cifre e importi già noti.

 

Parliamo di ricostruzione.

 

Nei lavori usualmente si segue la prassi delle “migliori condizioni offerte”, questa che è norma giudiziosa tra privati, diviene obbligo di legge per le opere pubbliche.

Nel caso della ricostruzione post-sisma 2009, nonostante gli ingenti finanziamenti resi disponibili dallo Stato, la scelta è stata quella di non rendere obbligatorio nessun ribasso per l’esecuzione dei lavori.

 

In Italia la media nazionale dei ribassi varia dal 20% al 30% (media 25% – rapporto CRESME per le costruzioni Edilizia e Territorio 8/10/2015- fonte Sole 24 ore); per semplicità consideriamo una media del 20%.

Le imprese che offrono tali ribassi mantengono, giustamente, un utile d’impresa che è quantificato al 10%.

 

Dunque le imprese che lavorano nella ricostruzione, in modo assolutamente legittimo, realizzano un guadagno che si compone di due elementi fondamentali: l’utile d’impresa (10%); il mancato ribasso (20%).

 

Ne consegue che nella ricostruzione post-sisma 2009 gli utili si attestano al 30%.

Quanti soldi sono?

 

Secondo i dati ufficiali sulla ricostruzione privata, pubblicati sul sito web Open Data Ricostruzione – ricostruzione privata – del Gran Sasso Science Institute, le somme già erogate per lavori terminati sono 4.822.043.671 €, mentre sono stati finanziati e resi disponibili, ad oggi, 6.866.462.465 €. Sono state richieste somme per 10.578.948.744 €.

 

Dunque, ad oggi, il 30% di tale somma determina un guadagno, giova ripeterlo, del tutto legittimo e dovuto, di poco più di 3 miliardi di euro. A questi guadagni si aggiungono quelli di contorno, ma ugualmente significativi dei progettisti, direttori dei lavori, notai, amministratori di condominio e presidenti di consorzi.

Si tratta di cifre degne di una manovra finanziaria.

 

E’ doveroso ribadire che l’importo di ogni singolo lavoro è il risultato dell’applicazione di un prezziario pubblico che di norma si utilizza per i lavori pubblici sottoposti, appunto, ai rituali ribassi in sede di gara per l’aggiudicazione.

Lontano da qualsiasi polemica né critica occorre prendere atto delle condizioni date, con la consapevolezza, però, che la ricostruzione è il tipico “treno” che passa una volta nella vita.

 

Non crede, Sig. Sindaco, che coloro che realizzano utili di tale entità, peraltro con risorse pubbliche, non abbiano l’obbligo etico e morale di lasciare una parte del loro guadagno a beneficio del territorio?

 

Non mi riferisco qui ai fondi per lo sviluppo, i cosiddetti “fondi del 4%”, perché questi saranno utilizzati secondo le scelte degli organi preposti.

 

Intendo, invece, porre l’attenzione su finanziamenti di liberalità, sponsorizzazioni, chiamiamoli come si vuole, legati alla richiamata etica d’impresa, affinché ogni imprenditore secondo la sua sensibilità e capacità individui un campo sociale sportivo economico dove realizzare a sue spese un progetto o un’iniziativa.

 

Mi piacerebbe che attraverso queste iniziative si vadano a creare le condizioni per una crescita del territorio.

 

Restando nello sport, non penso si debba andare alla ricerca di un mecenate che prenda una squadra per imbottirla di risorse, magari per vincere competizioni nazionali o internazionali, per poi, a fine corsa, tornare mestamente al nulla!

 

Al contrario sarebbe auspicabile che imprese, in modo singolo o associato, si facciano carico di completare e rendere efficienti, ad esempio, gli impianti sportivi della città.

 

Per il rugby sarebbe interessante ed utile che fossero sponsorizzati tutti quei lavori di completamento e potenziamento degli impianti di rugby esistenti nel territorio comunale e del cratere. Si tratta di progettare spogliatoi dove necessario, spalti, club house oltre campi di allenamento collegati a quelli principali.

 

Infine la realizzazione di una rete di campi per le istituzioni scolastiche per consentire lo sviluppo delle capacità motorie in linea con quanto esiste nel resto d’Europa.

 

In buona sostanza gli enormi guadagni della ricostruzione devono aiutare il tessuto sociale ed economico a trovare da solo la via per uno sviluppo adeguato e sostenibile nel tempo. Ciò che deve restare è un segno strutturale, cioè non effimero, su cui i club sportivi potranno e dovranno costruire il loro futuro.

 

Una volta ricostruita, una città splendida e sicura, rischia di rimanere una vetrina vuota se non coinvolgiamo anche le coscienze di coloro i quali possono effettivamente lasciare un segno.

 

D’altra parte, viste le cifre di cui si parla, quello che propongo per il rugby è replicabile in molte altre iniziative per uno sviluppo sano articolato secondo le intrinseche potenzialità del nostro territorio.

 

Sig. Sindaco sono riflessioni che pongo alla Sua attenzione.

 

Se vorrà promuovere un incontro con i soggetti che la Sua amministrazione riterrà opportuno coinvolgere anche del mondo imprenditoriale, scolastico, sociale e politico per ogni analisi ed approfondimento resto a Sua disposizione.

 

Cordiali saluti.

 

 

Redazione - Il Faro 24

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