Un sentimento tra i più deplorevoli e pericolosi, un cancro dell’anima frutto del risentimento, della solitudine, dell’insoddisfazione personale. Una passione tra le più basse e tra le più imperdonabili che colpisce anche persone ricche, di bell’aspetto e apparentemente appagate.
I numeri
Il 30% della popolazione soffre di invidia, praticamente 1 persona su 3. Più che un dato di fatto, è quanto emerge da una ricerca sul comportamento umano svolta dall’Università Carlos III di Madrid in collaborazione con le Università di Barcellona, di Rovira i Virgili e di Saragozza, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.
Perché nasce l’invidia?
“L’invidia nasce quando uno è desideroso ma non ha prospettive.” Asseriva Friedrich Nietzsche. In realtà i motivi sono molteplici: per disparità di condizioni, per qualcosa che ci provoca malessere e che non riusciamo ad accettare, per una posizione sociale che non raggiungiamo, per un amore non corrisposto, per un oggetto che non riusciamo a possedere o, molto più semplicemente, per frustrazioni personali. L’invidia può nascere inoltre dal bisogno di neutralizzare chi è felice. L’invidioso, infatti, non cerca l’emulazione, cerca la distruzione della felicità, della bellezza, della fortuna altrui. La strega che perseguitava Biancaneve non ambiva alla bellezza della ragazza: era già bellissima di suo. Desiderava invece che quest’ultima diventasse brutta.
L’invidioso denigra i successi degli altri e chi è riuscito a realizzarsi. Non considera i meriti o i talenti altrui ed arriva perfino a negarli o ad occultarli pur di non ammetterli. Già, perché l’invidia non attacca i privilegiati ma sempre i meritevoli. Il suo occhio è maligno, deformante, in fondo l’etimologia della parola è chiara: in-videre, vedere, guardare con ostilità, con ‘male occhio‘. Una persona invidiosa che è costretta ad assistere ad una vostra vittoria, troverà un difetto in ogni vostro pregio, e compierà qualsiasi azione scorretta e perfino illegale pur di danneggiarvi.
Un sentimento celato
L’invidia si nasconde, si tace. Difficilmente l’invidioso troverà il coraggio di mettere la faccia ed il nome ad un sistema di denigrazione tanto vile perpetrato ai danni di qualcuno, a meno che non scelga la strada della menzogna vera e propria, quella dell’infamia. Perché, sapete, ammettere di essere invidiosi significherebbe ammettere la propria inferiorità; equivarrebbe a sottoporsi ad un confronto impari dal quale l’invidioso ne uscirebbe inevitabilmente sconfitto. Ecco allora che i social network, luoghi virtuali in cui tutto appare e traspare, diventano il ricettacolo perfetto del rancore e dell’odio in un momento di grave depressione sociale e di avvilimento fisico e spirituale. Finalmente il più acre dei sentimenti esce allo scoperto celandosi però, dietro la finta indignazione. Basta fare un giro sul web per rendersi conto del livore nascosto dietro tanta animosità e della quantità di bit malvagi che vengono liberati continuamente nell’etere, sprigionando una violenza ed una perfidia rese ancora più aggressive dalla possibilità di restare anonimi dietro lo schermo. Ricordate le assurde polemiche per la foto scattata dalla moglie di Bonolis su un jet privato?
L’invidia fa male alla salute
L’invidia fa male a chi è invidiato, ma fa ancora più male a chi è invidioso. Già, perché l’invidia, oltre a distruggere la vita di persone spesso inconsapevoli, causa dolore fisico prima di tutto a chi la prova. Non a caso viene associata al verde, il colore della rabbia e della putrefazione. A rivelarlo è una ricerca condotta dall’equipe giapponese di Hidehiko Takahashi dell’Istituto Nazionale di Scienze Radiologiche di Inage-ku.
Ne La Divina Commedia, Dante descrive gli invidiosi con le palpebre cucite da un filo di ferro e vestiti di cilici pungenti che causano loro atroci sofferenze. Nel dipinto di Giotto invece l’invidia appare come una donna mostruosa, con i piedi in fiamme ed un serpente che le esce dalla bocca e le morde gli occhi.
Se le persone imparassero ad essere grate per il talento altrui, per la bellezza nel mondo, per la fortuna del prossimo, non soltanto potrebbero giovarne ma riuscirebbero a guarire da questa terribile malattia.
A proposito, gli invidiosi possono ammalarsi di gastrite e colite nervosa, e sono soggetti a costipazioni e difficoltà nell’evacuazione. Davvero volete diventare stitici guardando con “male occhio” qualcuno?
di Alina Di Mattia