Le imprese italiane sono tra le più tartassate dell’intero continente, con la pressione fiscale sul loro reddito che raggiunge quote in altri luoghi semplicemente impensabili. Come spiegano gli esperti di Metatasse, il team di consulenti specializzati nel miglioramento delle fiscalità, chi desidera fare impresa in Italia deve prendere atto che l’incudine fiscale ha un peso sempre meno sostenibile. Di certo la soluzione non è però costituita dall’evasione, la quale peraltro figura tra le cause principali dell’altissimo carico fiscale italiano: proprio Metatasse, del resto, insegna che è possibile tagliare le tasse in modo del tutto legale attraverso il Metodo Meta, che poggia sull’attenta analisi dello scenario e sulla programmazione strategica, così da ottenere un concreto e legale risparmio fiscale.
E di certo le imprese italiane hanno un gran bisogno di proteggere il proprio patrimonio dall’erosione del fisco. Come riportato da AGI alcuni mesi fa, l’ufficio studi della Cgia di Mestre ha confrontato la percentuale del gettito fiscale riconducibile alle aziende italiane con quella di altri Paesi europei: in Italia si parla del 13,5%, laddove in Germania si parla del 10,7%, in Francia del 10,3%, in Spagna del 10,1%. Guardando più nel dettaglio alle aliquote che gravano sul reddito imponibile, si scopre che le imprese italiane devono affrontare una percentuale del 27,9%, laddove in Francia ci si ferma al 25,8% e in Spagna al 25%; guardando ai principali competitor europei, solo la Germania “fa peggio” dell’Italia, arrivando a quota 29,8%. Se confrontata con la media europea, in ogni caso, l’aliquota del nostro Paese risulta superiore di ben 6,7 punti. E in effetti l’anno scorso, nel 2022, la pressione fiscale italiana complessiva ha toccato la quota record del 43,5%.
Non va peraltro dimenticato che la situazione non è esattamente la medesima per tutte le imprese italiane. A cambiare sensibilmente le carte in tavola è per esempio il Comune in cui si fa impresa, sapendo che mutano gli importi da versare per la tassazione locale relativa agli immobili, che cambiano i contributi erariali, e via dicendo. Ecco che allora, come riportato dall’Osservatorio Cna nel suo rapporto “Comune che vai fisco che trovi”, le imprese più fortunate risultano essere quelle con base a Bolzano, dove il Total tax rate (Ttr) è del 46,7%, inferiore di 6 punti rispetto alla media nazionale del 52,7%. Sul podio dei Comuni con tassazioni minori si trovano anche Trento e Gorizia, laddove invece dall’altra parte della classifica figurano Agrigento, Vercelli e Biella, dove il Ttr tocca quota 58%. Qui a pesare sono soprattutto le elevate tassazioni degli immobili produttivi ai fini del calcolo dell’Imu, nonché l’aliquota Tari.
Al di là delle differenze a livello locale, in ogni caso, la pressione fiscale sulle imprese italiane resta generalmente alta e difficilmente sostenibile: per pagare meno tasse, come sottolineano ormai da tempo i consulenti di Metatasse, è fondamentale introdurre un’attenta programmazione fiscale, così da calmierare il carico, proteggere il patrimonio aziendale e personale e poter prendere le migliori decisioni fiscali, sempre con largo anticipo. Tutto parte dalla conoscenza approfondita dello scenario normativo italiano, che permette di fare di volta in volta il passo giusto, fin dall’inizio. Optare per una SRL, usare gli utili per autofinanziare l’azienda, gestire attentamente la contribuzione INPS, pianificare i compensi annui: questi sono solamente alcuni degli asset di Metatasse.