Meteo. L’Oceano Indiano è soggetto raramente allo sviluppo di Cicloni Tropicali perché le sue acque non riescono ad avere una temperatura sufficientemente calda all’innesco delle tempeste tropicali. Come successe nel 1999, a volte il settore settentrionale e orientale dell’Oceano Indiano riesce a riscaldarsi in maniera anomala (acque superficiali più calde) raggiungendo temperature di qualche grado superiori ai 26,5 gradi centigradi. Il fenomeno climatico è simile a quello che avviene nel Pacifico sud-orientale (El Niño) ed è detto “Dipolo dell’Oceano Indiano”. Per tali cause, dalle normali perturbazioni nate dalla convergenza dei venti da dove per la maggior parte nascono i monsoni, si originano tali cicloni tropicali (a cuore caldo) come il Ciclone Amphan. Nelle ore a seguire la tempesta tropicale, scaturente dal Golfo del Bengala, sta sferzando con i suoi venti superiori ai 265 km/h (sfiorando il record dell’ultima tempesta di tale intensità registrata del 1999) e le sue piogge torrenziali, l’India orientale e il Bangladesh. La vicinanza della terraferma sta impedendo, con un’avvezione di aria più secca, alla tempesta tropicale di rafforzarsi e, fortunatamente, quest’ultima nelle ultime ore sta perdendo di intensità.
In tali immagini satellitari NASA possiamo notare il Ciclone Amphan visto dallo spazio.