Meteo. Sfatiamo il mito dell’Anticiclone nord-africano. Il caldo sarà rovente?

Meteo. L’Anticiclone delle Azzorre che continuerà ad abbracciarci anche nelle prossime ore è una struttura di alta pressione presente a tutte le quote, ma può indebolirsi in prossimità dei rilievi mediante infiltrazioni d’aria fresca in quota che favoriscono l’ascesa delle correnti ascensionali responsabili della formazione dei temporali di calore. Anche nella giornata di venerdì 26 succederà la stessa cosa sulle regioni settentrionali e sul nostro Appennino centrale: ossia si origineranno nubi cumuliformi ad evoluzione diurna con isolati e sporadici acquazzoni verso sera sulle zone interne. Dal fine settimana fino a tutta la prossima settimana l’Anticiclone Nord-africano innescherà condizioni meteo soleggiate e calde. Tornando a noi, l’aria che scorre orizzontalmente e ruota in senso orario nel nostro emisfero nell’area di alta pressione è di origine tropicale-marittima ed è calda, ma sicuramente meno calda rispetto alle masse d’aria calda provenienti dal Nord Africa, perché proveniente dalle acque dell’Oceano Atlantico. Quando vi ho parlato dell’Anticiclone nord-africano mi sono riferito ad un promontorio in quota di matrice Subtropicale, proprio perché non è un vero anticiclone. L’aria molto calda che si rinforza con l’avvento del Solstizio d’Estate sopra il deserto del Sahara dà infatti origine ad una bassa pressione di natura termica, essendo aria meno densa e più leggera, avente un’agitazione molecolare maggiore rispetto all’alta densità dell’aria fredda. Non esiste dunque nessun anticiclone al suolo e perciò i venti provengono da ovest/nord-ovest essendo lo stesso e paradossalmente molto caldi di matrice nord-africana. L’alta pressione si origina dove i venti convergono ovvero ad alta quota ed è di origine afro-mediterranea. Questo promontorio di alta pressione in quota che si estende a mo’ appunto di promontorio sul Mediterraneo fino all’Europa è presente solo in quota e per questo le masse d’aria calda e umida, appena sorvolano il Mediterraneo, vengono definite sotto forma di richiamo caldo pre-frontale in risalita dal Nord Africa che fa impennare le temperature sia massime che minime su valori estivi, anche al di sopra della media stagionale. Tutto ciò succederà nel corso della settimana che viene, salvo i temporali di calore sulle Alpi e delle nuvole cumuliformi pomeridiane in formazione sul nostro Appennino centrale, per l’appunto nelle ore più calde del giorno. Il termine Anticiclone nord-africano, dunque, è solo un termine per indicare una zona di alta pressione in quota dove avvengono ondate d’aria calda nord-africana. L’Anticiclone delle Azzorre, se pone i suoi massimi sulla penisola, è invece il vero responsabile di tempo soleggiato e di cieli sgombri da nuvole o sereni, a causa della Subsidenza atmosferica rappresentata da lenti moti discendenti ad alta quota che comprimono l’aria dall’alto, provocando l’evaporazione delle nubi attraverso un riscaldamento verso il basso. Se fosse presente un’area di bassa pressione che consente infiltrazioni d’aria fresca e instabile in quota, di solito sui Balcani o ad esempio sulla Grecia, anche il così denominato Anticiclone nord-africano può cedere in quota e, in questo modo, sui rilevi alpini e appenninici, là dove c’è maggior riscaldamento rispetto alle coste e alle pianure, possono generarsi temporali di calore che, grazie alle correnti in quota, possono sfondare anche verso le aree circostanti. Quindi attenzione, seguite sempre le evoluzioni del tempo quando sulla penisola un anticiclone subtropicale è affiancato da una figura di bassa pressione ad est e non pone i suoi massimi di alta pressione sulla penisola o sull’area interessata, ponendo un campo di pressione livellata andando dalla quota verso il suolo, ove se c’è una variazione della pressione atmosferica in positivo il tempo migliora mentre se è in negativo il tempo peggiora con rovesci o temporali pomeridiani e serali. Quando invece l’Anticiclone subtropicale sposta il proprio asse verso direzioni differenti, a volte coinvolgendo ad esempio solo le regioni del Nord Italia. Dipende tutto dall’asse del promontorio che, la maggior parte delle volte, invade le regioni del Centro-Sud e meridionali o tutta l’Italia, sino a raggiungere anche l’Europa.

Grazie.

rc

Redazione - Il Faro 24

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