Meteorologia: la differenza tra un uragano e un ciclone mediterraneo

I “Medicane” o Tropical Like Cyclones, sono molti simili alle tempeste tropicali perché si generano in presenza di una depressione al suolo e l’ingresso di masse d’aria instabile dal Nord Atlantico sul Mediterraneo occidentale, nonché da altri importantissimi fattori quali la superficie marina molto calda che, a contatto con quest’ultima o con il mare, diviene una profonda depressione meteorologica per via dell’affluire d’aria fredda in quota di origine polare-marittima accompagnata da una saccatura, la quale, per l’appunto, permette lo sviluppo di violenti moti ascensionali o correnti verticali ascendenti, attraverso lo sviluppo di imponenti nubi temporalesche o cumulonembi. Essa accelera la convezione mediante anche il calore latente di condensazione rilasciato durante il medesimo processo di saturazione dell’aria caldo-umida in moto verso l’alto dalla superficie del mare. La colonnina d’aria ha a sua volta un intenso gradiente termico negativo al variare della quota, in grado di alimentare a catena la vorticità positiva, ossia ciclonica dei venti (antioraria nel nostro emisfero) che rende il vortice depressionario “a cuore caldo”, molto somigliante ai Cicloni Tropicali i quali invece si originano dagli Oceani Tropicali dai cluster temporaleschi nati dalla convergenza degli Alisei per poi abbattersi dalla categoria 1 alla 5, secondo la scala Saffir-Simpson, tant’è che, l’aspetto che è costituito anche da un occhio è simile agli Uragani o ai Tifoni (a seconda dell’Oceano sul quale si generano), ma in vero, non sono tempeste tropicali. Possono dare luogo a venti impetuosi sulle regioni del Sud Italia, con raffiche oltre i 100 km/h, nonché sono in grado di dare origine a fenomeni temporaleschi localmente intensi in Sicilia ma anche sul resto del meridione: Sud Puglia, Calabria ionica e parte della Basilicata, come si può notare anche dall’immagine satellitare del Meteosat posta come sfondo dell’editoriale dove si scorge benissimo grazie all’ampia scala l’occhio della tempesta tra Ionio e Mediterraneo orientale.

Grazie per l’attenzione

Riccardo Cicchetti 

Redazione - Il Faro 24