Non solo la strada nel Parco Nazionale d’Abruzzo: la Vallelonga è sotto attacco ambientale

Fanghi industriali dalla Toscana sversati nella Cava “Le Grottelle” a Collelongo

L’allarme arriva dal WWF Abruzzo Montano, che trasmette il seguente comunicato stampa:

“C’è una elevata permeabilità del suolo: richiesto il monitoraggio sistematico dell’acqua di falda utilizzata per dissetare i cittadini di Villavallelonga, Collelongo, Trasacco, Luco dei Marsi e Avezzano.

 

Una vera emergenza ambientale sta emergendo nella naturale quiete della Vallelonga. Dopo i titoli, comparsi anche su giornali nazionali, sullo scempio nella fantomatica “Strada tra Villavallelonga e Pescasseroli”, asfaltata in piena Zona di Protezione Integrale all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, con sequestro del cantiere e avvio di indagini da parte della Procura della Repubblica, irrompe un altro sconcertante caso ad arroventare una già calda estate allungando ombre poco rinfrescanti. Si tratta del conferimento di fanghi presso la cava “Le Grottelle” a Collelongo, confinante con la ex discarica già sequestrata, fanghi provenienti da stabilimenti industriali della Toscana nei quali una società di Lucca produce carta igienica ecologica (sic!).

Nell’ambito di un controllo a campione dell’Arta del 26/11/2015 è emerso che i rifiuti provenienti dagli stabilimenti di Porcari e di Diecimo in provincia di Lucca e conferiti alla cava, gestita dalla Ditta Tamburro, non rispettano i limiti previsti dalla normativa superandoli per centinaia di volte.

Parliamo di idrocarburi pesanti denominati C10-C40, composti moderatamente volatili, trovati nelle matrici ambientali, derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta, che dovrebbero essere miscelati con terriccio. Nei suoi controlli l’ARTA ha altresì evidenziato che la miscelazione non viene effettuata correttamente in quanto è stata riscontrata la “presenza superficiale di un materiale non miscelato a terreno, delle stesse caratteristiche visive e olfattive de/ rifiuto conferito”.

La Provincia dell’Aquila aveva ordinato alla ditta la rimozione del materiale entro sei mesi a decorrere da gennaio, ma tutt’ora il materiale inquinato è ancora presente nel sito.

Nell’ultima conferenza di Servizi, tenutasi il 24 Giugno 2016 e alla quale la ASL non ha presenziato, tali risultati hanno portato l’Ente di Governo del Servizio Idrico Integrato d’Abruzzo a richiedere IMPORTANTI prescrizioni a cominciare da “monitoraggi sistematici della qualità dell’acqua prelevata da falda acquifera e riservata al consumo umano visto la elevata permeabilità del suolo rilevata”. 

E ancora: “Vista la direzione del flusso idrico della falda verso la piana del Fucino confermata dal piano di caratterizzazione è necessario eseguire monitoraggio anche a valle dell’area di bonifica in particolare per la presenza dei campi pozzo di Trasacco fonte strategica prioritaria e insostituibile di alimentazione idrica dei territori dei comuni di Trasacco, Luco dei Marsi ed Avezzano”.

Tutto questo per la vicinanza della cava con la sorgente Triolo e all’acquedotto del CAM.

Il presidente del WWF Abruzzo Montano Walter Delle Coste, informato di questo nuovo allarme ambientale e sanitario dai consiglieri di minoranza del comune di Collelongo, afferma e pone il quesito: “Il monitoraggio è certamente fondamentale ed è bene averlo richiesto. Viene tuttavia da chiedersi che cosa accadrebbe se la falda finisse con l’essere contaminata e soprattutto: perché non si applica in un caso così evidente il principio di precauzione, a tutela della salute dei cittadini marsicani?”

 

Redazione ilfaro24.it

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