“Nonno, non te ne andare”. Così il Coronavirus si sta portando via i nostri anziani

Arrivano in due e consegnano la speranza nelle mani di uno solo. Il padre, un uomo sulla settantina, fa cenno di star bene, ma è l’ultima volta che i loro sguardi si incontreranno. L’uomo cesserà di respirare dopo qualche ora. A casa, una bambina con i suoi stessi occhi lo aspetterà giorni, forse settimane, sperando di addormentarsi con una delle sue favole.

La disperazione del figlio si incrocia con quella di una ragazza dalla faccia livida e spaventata. In attesa, fuori dal Pronto Soccorso. Come tutti gli altri ad aspettare un miracolo che non arriva. La giovane è scesa da un’ambulanza a pagamento, non avendone trovata una disponibile a causa della terribile emergenza che sta segnando il nostro popolo. Il nonno, l’uomo che l’ha cresciuta, viene portato via in barella. Ha problemi respiratori ma è vigile. Quando attraversa la porta a vetri, gira il capo con uno sforzo immane e, con un ultimo sguardo accorato, saluta la nipote mentre le lacrime gli rigano il viso. Sa che non tornerà più a casa.

Sono racconti di dolore, comuni a quelle di tante altre vite che si incontrano all’esterno degli ospedali d’Italia. Al nord, come al sud.

Il coronavirus ci sta portando via i nostri anziani, i nostri nonni, la memoria storica delle nostre famiglie. Questo maledetto covid-19 ci sta privando dei nostri pilastri esistenziali, quel ponte di sapere e saggezza che trasforma ogni bimbo in un grande uomo del domani. Li afferra senza dar loro scampo e li porta via, allontanandoli anche da un’ultima carezza, la sola che possa consolarli mentre partono per il loro ultimo viaggio.

Un Paese in ginocchio. Colpita al cuore proprio quell’Italia legata alla famiglia, ai valori essenziali che la forgiano da secoli; piegata in due dalla decimazione di “una generazione più anziana, punto di riferimento per i più giovani”. Parole del presidente Mattarella.

E noi, stretti nel dolore, ci chiudiamo in un silenzio rispettoso verso coloro che hanno costruito, per noi, il mondo in cui viviamo. E li abbracciamo nell’infinito.

Alina Di Mattia

Giornalista, addetta stampa, scrittrice, conduttrice, responsabile produzione di grandi eventi istituzionali e culturali, con esperienza trentennale nel settore dei media e dell’entertainment. Appassionata di scienze storiche e sociali, vanta una formazione accademica poliedrica, un percorso di laurea in Culture e tecniche per la comunicazione e una laurea in Lettere moderne presso l'Università dell'Aquila. Ha all’attivo interessanti contributi letterari e numerosi riconoscimenti giornalistici.

Share
Published by
Alina Di Mattia