NUOVA AUTOSTRADA, AUGUSTO DE SANCTIS: "DANNO AMBIENTALE ENORME"

Da un pò di tempo se ne parla, anche se nessuno sa bene di cosa si stratta perchè in pochi hanno avuto la fortuna di visionarne le carte. E’ il progetto di adeguamento dell’autostrada dei parchi: 40 km di gallerie, 6 miliardi di investimenti che varrebbero, per gli investitori/concessionari, altri 45 anni di concessione. La vicenda è ‘esplosa’ più o meno 6 mesi fa, ma il progetto è stato depositato presso il Ministero già da due anni. L’argomento ovviamente divide fra i sostenitori che parlano di sviluppo, ammodernamento e posti di lavoro e i contrari che parlano di possibili disastri ambientali ed opera inutile. Augusto De Sanctis, attivista ambientale con un passato al Wwf e un presente al Forum acque pubbliche, che idea ha maturato in merito?

 

È un progetto faraonico, degno di 60 anni fa, quando non c’era internet e la televisione era in bianco e nero ed entrava in poche case. Un intervento fuori scala rispetto alle esigenze della regione e mi verrebbe voglia di dire rispetto ai bisogni della contemporaneità. Noi abbiamo bisogno della banda larga, non di risparmiare 10 minuti tra Roma e Pescara viaggiando in auto (e perdendo questi minuti nel caos di Roma e di Pescara) spendendo uno sproposito. Gli attuali volumi di traffico sulle autostrade abruzzesi non giustificano opere che, ricordo, secondo il proponente varrebbero 6,5 miliardi di euro, 13.000 miliardi delle vecchie lire. TOTO sostiene trattarsi di investimenti privati; in realtà il denaro proverrebbe dalle tariffe autostradali e, cioè, dai cittadini, che vedrebbero aumentare ulteriormente il costo di usare l’autostrada, già oggi molto elevato, vedendosi anche prolungare di decenni la sua concessione. Di fatto una vera tassa visto che l’autostrada è un monopolio naturale. Tra l’altro nelle carte progettuali poi emerge che confidano in soldi pubblici e nella detassazione del 50% delle tasse. Voglio vedere se un commerciante o un agricoltore hanno gli stessi vantaggi degli imprenditori del ciclo del cemento come Toto che, ovviamente, farebbe i lavori “in casa” attraverso le proprie ditte, guadagnando due volte.

Si arriverebbe al paradosso di avere un’autostrada in galleria, peraltro piuttosto tetra, che corre in mezzo ad una regione con una ferrovia a binario unico, scuole non a norma in moltissimi comuni, le reti idriche colabrodo e i depuratori che non funzionano.

I posti di lavoro, oltre ad essere temporanei, sarebbero pochissimi perché lavorerebbe la talpa “Martina” che guarda caso è già di proprietà di Toto. E’ ovvio che la debba far funzionare il più possibile. Come al solito lanciano cifre prive di qualsiasi base. Un anno fa parlavano di 10.000 posti di lavoro. Oggi di 20.000…poi basta prendere una calcolatrice, inserire il costo giornaliero lordo di una persona, 120 euro, moltiplicare per 270 giorni lavorativi annui, poi per 10 anni di cantieri e infine i fantomatici 20.000 posti di lavoro per arrivare ad un costo di 6,48 miliardi. Vorrebbe dire che TOTO non avrebbe alcun profitto e che non avrebbe praticamente alcun costo di materiali, attrezzature ecc. Ovviamente si capisce che è solo propaganda, ci dispiace che certa stampa ci faccia i titoli e non faccia il suo mestiere verificando la veridicità di questi dati sparati a casaccio. Noi intanto abbiamo costituito il Comitato No Toto – Salviamo l’Abruzzo e daremo battaglia come abbiamo fatto sul terzo traforo del Gran Sasso e su Ombrina. Vincendo.

 

Quali sono i rischi a livello ambientale?

Qui parliamo direttamente di danni ambientali, non di rischi. Scavare 50 km di tunnel vuol dire costruire gallerie lunghe 5 volte il tunnel del Gran Sasso. Il tutto in montagne calcaree che sono serbatoti d’acqua, come il Sirente, i Simbruini, la Montagna Grande e il Genzana. Forare queste montagne vuol dire creare un impatto irreversibile sulle falde acquifere con effetti diretti sulla vita quotidiana. Sarebbero impattati gravemente ben 10 tra i principali acquiferi della regione.  Il traforo del Gran Sasso ha provocato un abbassamento della falda di 600 metri, un disastro. La conseguenza è che prima nel teramano bevevano acqua di sorgente, oggi in parte acqua potabilizzata dai fiumi, con qualità più bassa e costi aumentati. Il tutto in piena epoca di cambiamenti climatici dove dovremmo considerare il nostro patrimonio idrico come la cosa più importante da preservare. Accanto al danno sull’acqua, ci saranno costi ambientali enormi per i cantieri che per decenni occuperebbero vaste aree ambientalmente importanti come il Parco del Sirente, le Gole di San Venanzio, le Gole del Sagittario. Sono aree immense, con decine di milioni di tonnellate di terreno e rocce da movimentare. Sfregi su sfregi per decenni si vedrebbero sulle nostre montagne. Altro che turismo, bed and breakfast e agriturismo avrebbero un danno enorme perchè questo intervento cambierebbe i connotati dell’Abruzzo, in peggio.

 

Quale la zona più colpita?

Il Sirente, dove sono previsti ben tre tunnel, uno da 13 chilometri tra Celano-Aielli e Castel di Ieri e altri due da 4,5 e 3 km, attraversando le Gole di San Venanzio che sarebbero sfondate da parte a parte dalle gallerie e attraversate da un viadotto. Poi il Parco nazionale d’Abruzzo con un tunnel da San Sebastiano a Villalago, anche se pensiamo sia solo uno specchietto per le allodole per cercare di spezzare il fronte del No della valle peligna. Comunque un delirio.

Redazione - Il Faro 24

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