Avrebbe compiuto 80 anni oggi, 19 gennaio Paolo Borsellino, il magistrato siciliano che sacrificò la sua vita nella lotta alla mafia. Fu assassinato il 19 luglio del 1992 nella strage di via D’Amelio, a Palermo, mentre andava a trovare la madre. Con lui persero la vita cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Si era spinto oltre, arrivando ai vertici di cosa nostra. “Devo sbrigarmi, non ho più tempo”, ripeteva dal giorno in cui, sull’autostrada A29 che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, era stato ucciso in un attentato dinamitardo il suo collega e amico Giovanni Falcone.
Quel mattino di luglio alle 16.58, citofonò alla madre. Dopo un secondo, una bomba collocata su una Fiat 126, parcheggiata a poca distanza, esplose uccidendo lui e la sua scorta. La famiglia rifiutò i funerali di stato.
Non fu mai ritrovata la sua agenda rossa contenente appunti, indizi, contatti. Un testamento professionale da cui non si separava mai. La cartella fu portata in questura, ma senza l’agenda. E secondo i reperti fotografici la borsa periziata non fu la stessa raccolta sul luogo dell’attentato. Il fratello del magistrato dichiarò che quell’agenda rossa non interessava alla mafia, ma ai servizi segreti.
Fonte https://www.lifegate.it/persone/news/paolo-borsellino-mafia-storia-biografia
Il 23 gennaio, nella “Settimana della Legalità” Ventimiglia renderà omaggio alla sua memoria e a quella di Giovanni Falcone intitolando loro la piazza pedonale di via Martiri, dinnanzi al Mercato coperto.