Questa mattina i carabinieri del Comando Provinciale di L’Aquila hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 25 persone tra amministratori e funzionari comunali del Comune di Celano, liberi professionisti e imprenditori, residenti nella Province di L’Aquila, Roma, Teramo e Pescara. I reati contestati a vario titolo sono “induzione indebita a dare o promettere utilità”, “istigazione alla corruzione”, “tentato peculato”, “turbata libertà degli incanti”, “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”, “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, “rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio”.
Il Vicesindaco di Celano è stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere; il Sindaco, il segretario comunale, tre dirigenti comunali, un imprenditore e un libero professionista sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre un assessore è stato colpito dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, così come anche un esponente della precedente amministrazione comunale.
Infine per 15 tra imprenditori e liberi professionisti è scattato il divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali.
L’indagine, diretta dai pubblici ministeri Roberto Savelli e Lara Seccacini e coordinata dal Procuratore di Avezzano Andrea Padalino Morichini, prende le mosse da apprezzamenti informativi sviluppati a partire dal gennaio 2018 dai militari del Nucleo Investigativo di L’Aquila, che attribuivano agli esponenti dell’amministrazione comunale di Celano diverse condotte antigiuridiche, finalizzate all’indebita percezione ed erogazione di fondi comunali a liberi professionisti e imprenditori operanti nella Marsica.
Le attività investigative, sviluppatesi con l’apporto di complesse attività tecniche, hanno permesso di acclarare, secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano Maria Proia, “l’esistenza di un sistema clientelare, fondato su amicizie, conoscenze ed interessenze con alcuni imprenditori o cittadini, in totale dispregio dei criteri di imparzialità, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione, piegando, di fatto, l’interesse pubblico a quello di pochi”.
In tutto sono state denunciate 56 persone alla competente Autorità Giudiziaria. In particolare gli amministratori e i dirigenti comunali hanno turbato numerose procedure di gara, pilotando l’affidamento di appalti per l’esecuzione di lavori, progettazioni e servizi o frazionando gli appalti in modo da procedere con affidamenti diretti sotto soglia, a favore di soggetti predeterminati, per lo più imprenditori e liberi professionisti locali, spesso ricorrendo alla falsificazione di atti pubblici.
Il totale dei fondi pubblici destinati alle procedure turbate ammonta a circa 13 milioni di euro, suddivisi in 11 milioni di euro per l’esecuzione di lavori, un milione e mezzo di euro per le progettazioni e 500.000 euro per gli affidamenti dei servizi. Le procedure turbate sono state circa 30.
Le principali procedure cui si riferiscono i capi di imputazione sono le seguenti: