“Troppo comodo per il Presidente della Provincia di Pescara Di Marco vestire i panni dell’uomo ‘di lotta e di governo’: da un lato lamenta l’assenza di fondi e il rischio di non poter riaprire le scuole di sua competenza. Dall’altro si fa immortalare mentre, con tanto di fascia di traverso, accompagna il Ministro Delrio, lo stesso che ha distrutto le Province, a scoprire il Ponte Nuovo, costruito dal centro-destra. Decidesse cosa vuole fare da grande il Presidente: se veramente non condivide l’azione del Governo, gestito dal Pd, il suo stesso partito, deve dimettersi o deve strappare in pubblica piazza la propria tessera del Pd, altrimenti la finisse con le inutili sceneggiate, buone solo per gettare fumo negli occhi dei cittadini e mettere le mani avanti rispetto ai disastri che, tra meno di due mesi, si verificheranno nella nostra provincia”. Lo ha detto il Capogruppo di Forze della Libertà Vincenzo D’Incecco commentando l’intervista del Presidente Di Marco.
“Il Presidente Di Marco non si è insediato l’altro ieri, ma ricopre il suo ruolo istituzionale dall’ottobre 2014 – ha proseguito il Capogruppo D’Incecco -, ha vissuto, in un imbarazzante silenzio condiscendente, tutta la fase di demolizione delle Province voluta dal Pd, lo stesso Governo Pd che, in maniera scellerata, ha lasciato le funzioni alle Province togliendo loro, però, risorse economiche e personale, di fatto svuotando un Ente che oggi non è in grado neanche di approvare il bilancio di previsione, che obbligatoriamente va adottato entro fine giugno. Ma noi non siamo in grado di farlo perché non ci sono soldi. Sono tre anni che gli continuiamo a dire di alzare la voce dinanzi al Governo, consapevoli di essere sull’orlo del precipizio, sono tre anni che gli diciamo di sbattere i pugni sul tavolo e di rivendicare i diritti del nostro territorio. Un invito che il Presidente Di Marco ha costantemente ignorato, preferendo mantenere la sua posizione filo Pd-governativa, assicurandosi l’appoggio dei vertici del partito. Oggi, all’improvviso, ovviamente dopo la clamorosa sconfitta elettorale del Pd, il Presidente è cascato dalle nuvole e si è accorto di non avere soldi in cassa: non ha soldi per riaprire scuole che sono a pezzi, o addirittura crollate in provincia. Non ha soldi per le scuole primarie e secondarie, e non s’indigna dinanzi a una Regione che spende 120mila euro per inventarsi una ‘scuola della pietra’, guarda caso a Lettomanoppello. Il Presidente non ha soldi per riaprire strade provinciali chiuse al traffico, strade devastate dal maltempo e interdette alla viabilità, isolando Comuni oggi irraggiungibili. Non ha soldi per abbozzare una qualunque programmazione, esattamente come gli ripetiamo da tre anni a questa parte. E all’improvviso, dinanzi all’evidenza, il Presidente si traveste da ‘uomo di lotta’ e inscena una pantomima, affermando di non dimettersi solo perché tanto la sua carica sarebbe assegnata a un Commissario e mettendo le mani avanti, ovvero quando a settembre le scuole resteranno chiuse dirà che lui aveva avvisato a giugno di tale emergenza. Troppo tardi: se Di Marco voleva fare l’uomo di lotta, doveva svestire i panni dell’uomo di governo e qualche giorno fa non doveva accompagnare col sorriso sfolgorante il Ministro Delrio all’inaugurazione del Ponte Nuovo realizzato dal centro-destra, ma piuttosto avrebbe dovuto organizzare e guidare la mobilitazione e la protesta dei sindaci delle aree interne e dei dirigenti scolastici contro quel rappresentante del Governo che, proprio Delrio, ha distrutto le Province con una riforma sciagurata. Di Marco avrebbe dovuto salire sulle barricate e pretendere le attenzioni di un Governo Pd che ha abbandonato l’Abruzzo, altro che strette di mano, pacche sulle spalle e sorrisi di partito. Ora è troppo tardi: il Presidente Di Marco, consapevole di rivestire una carica che non gli permette di fare nulla, dovrebbe dimettersi. In alternativa dovrebbe strappare in maniera pubblica la propria tessera Pd e prendere le distanze ufficialmente da quel partito che rappresenta la rovina del nostro territorio. In caso contrario – ha concluso D’Incecco -, la finisse con le pantomime, le sceneggiate napoletane e i teatrini. Anziché fare interviste e selfie sui social, si occupasse di scuole e strade. Tra qualche settimana programmeremo una serie di sopralluoghi con sindaci e dirigenti scolastici, e, uno a uno, gli forniremo l’elenco delle sue incapacità amministrative, inchiodandolo alle sue responsabilità”.