Il Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino in Abruzzo Citeriore è stato istituito nel gennaio 2004. Conserva una vasta raccolta di fossili illustranti la storia degli ultimi 500 milioni di anni del nostro pianeta e una preziosa raccolta di ambre (sala in ristrutturazione), studiate sia dal punto di vista paleontologico sia da quello di utilizzazione da parte dell’uomo. Il materiale esposto(fossili) proviene dalle collezione privata Santoli-Tanfi, ceduta gratuitamente al Comune di San Valentino. Il Museo è articolato in due sale, adeguatamente illustrate: la Sala Paleontologica, che comprende la sezione fossili e la sezione “uomo” e la Sala delle Ambre. Il Museo occupa l’ala sinistra della settecentesca Villa Olivieri de Cambacérès e grazie al sostegno della Provincia di Pescara, stanno per iniziare i lavori di ristrutturazione dell’ala destra della villa, nella quale saranno ospitati: una terza sala espositiva per i fossili dell’Abruzzo con particolare riferimento all’area della Majella, una quarta Sala per l’esposizione di reperti di ossa di dinosauri, laboratori didattici e una sala video.L’esposizione delle Ambre, costituita da una collezione donata in comodato d’uso gratuito dai fratelli Giampiero e Fabio Verna, propone oltre duecento esemplari di resina fossile, prodotta da antichi alberi, oggi estinti e, nella sua prima parte, presenta numerosi reperti contenenti inclusioni animali e vegetali “aracnidi, insetti, foglie, fiori”, perfettamente conservati per milioni di anni e quindi di grande importanza paleontologica. Numerose foto di grande formato e pannelli esplicativi accompagnano il visitatore in un percorso che tocca le più importanti aree di provenienza delle ambre. Tra le vetrine di maggiore interesse, quella dedicata all’ambra baltica, conosciuta in tutto il mondo per le sue sfumature di giallo, verde, azzurro, marrone e nero, fino al colore bianco opaco, risultato della presenza, all’interno dei pezzi, di milioni di micro bollicine d’aria e di vapore. Altra area di provenienza è la Repubblica Dominicana, presente con esemplari grezzi e lavorati. La collezione prosegue con collane, bracciali e altri gioielli. L’ambra italiana è rappresentata da esemplari di “simetite”, preziosa e rarissima ambra siciliana, proveniente dal greto del fiume Simeto, nella piana di Catania, conclude il percorso. L’Ambra è un termine usato in passato come sinonimo di resina fossile e di resinite e questa ambiguità è stata fonte di fraintendimenti e confusione. In particolare nella letteratura europea antica il termine ambra è stato usato in senso molto restrittivo per identificare la “succinite”, la varietà di ambra baltica più importante dal punto di vista gemmologico e ancora oggi questa accezione è molto comune, probabilmente per l’importanza commerciale che questa varietà di ambra ha rivestito nella storia europea.
Nella comunità scientifica oggi per ambra si intende una qualsiasi resina fossile e le sue varietà vengono identificate secondo la provenienza geografica.
L’etimologia del termine è incerta, tuttavia il nome deriva molto probabilmente dall’arabo àmbar, con cui è indicata l’ambra grigia (si noti, inoltre, che in lingua turca il medesimo termine significa splendore, luccichio). Questa resina veniva raccolta anche nell’antico Egitto ove con essa si producevano oggetti preziosi. Monili in ambra sono stati trovati anche in Grecia, dove veniva chiamata élektron. Secondo la mitologia, quando Fetonte figlio di Helios (il Sole) fu ucciso le sue sorelle in lutto divennero pioppi e le loro lacrime divennero l’origine di élektron, l’ambra. Secondo antiche leggende vichinghe, invece, l’ambra sarebbe derivata dalle lacrime degli uccelli marini.
Anche se era conosciuta in Grecia, non ne sono noti suoi depositi; probabilmente è arrivata commercialmente dai traffici col nord Europa lungo la cosiddetta via dell’ambra, che aveva una deviazione verso la valle del Danubio, un percorso naturale seguito per il suo commercio, da cui era instradata poi verso l’Illiria e verso l’Egeo
Tra l’altro l’ambra si trovava anche nel sud Italia e in Sicilia e veniva lavorata dai popoli italici. Questi reperti di eccezionale valore storico artistico sono conservati in diversi musei come al Museo archeologico nazionale della Siritide di Matera. L’ambra era anche molto conosciuta in India dove veniva importata dalla Birmania.