PESCARA MI PIACE: “IL PIANO ANTIALLAGAMENTO SI TROVA ANCORA IN ALTO MARE”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE COMUNICATO:

“Il cantiere del Piano anti-allagamenti in via Celommi si trova in alto mare: le opere, secondo gli Uffici tecnici, dovevano concludersi entro giugno, ma già sanno che non si riuscirà a rispettare la scadenza e si arriverà a fine 2017. Che significa che la stagione estiva si aprirà con mezza riviera sud inaccessibile per le ruspe. Non solo: i lavori sono fermi da prima di Natale perché gli Uffici stanno ancora valutando la redazione di una variante in corso d’opera avendo cambiato completamente le modalità di costruzione della nuova infrastruttura. Ma, cosa ancora più assurda, gli stessi tecnici non sapevano che per disciplinare il cantiere esiste l’ordinanza 376 firmata dal dirigente Giuliano Rossi il 24 novembre 2016 e che è scaduta il 23 febbraio 2017, quindi un mese fa, rendendo sostanzialmente inefficaci tutte le modifiche alla viabilità ordinaria, che però sono ancora presenti in via Primo Vere. È quanto emerso stamane nel corso della Commissione Vigilanza, presieduta dal vicepresidente Alfredo Cremonese, che, su richiesta dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ha svolto un sopralluogo sul posto per capire cosa sta accadendo in quel cantiere. E quanto venuto fuori merita un ulteriore approfondimento: già stamane abbiamo protocollato un esposto indirizzato alla Polizia municipale e alla Polizia stradale in cui abbiamo chiesto un intervento relativamente all’ordinanza scaduta e alla legittimità delle operazioni in corso”. Lo hanno detto l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, promotori dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ufficializzando l’esito del sopralluogo svoltosi stamane, alla presenza del Rup Nella Di Berardino e del Direttore del cantiere ingegner Caruso.

“Anche in questo caso – hanno detto l’avvocato Fiorilli e Foschi – parliamo di un cantiere lasciato in eredità dall’amministrazione di centro-destra al sindaco Alessandrini nel 2014, con la progettazione definitiva ed esecutiva per i lavori da eseguire proprio in via Celommi, con i relativi finanziamenti in bilancio. Parliamo di opere fondamentali visto che tutti ricordiamo come via Celommi, via Primovere, ovvero la riviera sud, via Anelli, si trasformino in una ‘piccola Venezia’, con l’acqua alta a ogni acquazzone. Un problema che avremmo risolto con il cantiere che i cittadini del posto hanno salutato con gioia e soddisfazione, ma non potevano sapere che a breve questa gioia sarebbe diventata il loro incubo. Il 24 novembre 2016 – hanno ripercorso l’avvocato Fiorilli e Foschi – il dirigente comunale Giuliano Rossi ha firmato l’ordinanza per annunciare l’apertura del cantiere, peraltro iniziato nello stesso giorno dell’ordinanza, quindi per disciplinare la ‘circolazione stradale su viale Primo Vere in corrispondenza di via Celommi’. I lavori sono stati aggiudicati all’impresa Di Sabatino Giuseppe & C. di Penna Sant’Andrea, lavori che, sempre come rintracciabile nell’ordinanza dirigenziale numero 376, dovevano interessare tutto l’asse compreso tra piazza Le Laudi sino al confine con Francavilla al mare-via Celommi. Le opere avrebbero reso inagibile parzialmente la strada e quindi l’amministrazione ha previsto l’istituzione del divieto di sosta e di fermata  e, quando necessario, il senso unico alternato, regolato con impianto semaforico, nel tratto di via Primo Vere proprio all’angolo con via Celommi. In più è stato deviato il traffico veicolare proveniente da nord, in direzione sud, sul tratto di carreggiata lato monte situata in corrispondenza dell’area oggetto delle lavorazioni, strada che in passato era usata dai pullman urbani come capolinea. Ed è stato canalizzato il traffico proveniente da sud, e diretto verso nord sulla corsia normalmente usata nella direzione opposta, modifiche sostanziali che hanno avuto un impatto sulla zona. Di fatto ogni mattina lungo via Primo Vere si creano lunghi incolonnamenti di auto con rallentamenti spaventosi, che pure, però, residenti e automobilisti hanno accettato facendo buon viso a cattivo gioco pur di scongiurare per sempre futuri allagamenti. E hanno accettato i disagi pure i pedoni, che sono costretti praticamente a camminare in mezzo alla strada, schivando le auto, non potendo più fruire del marciapiedi. Peraltro l’ordinanza dirigenziale prevedeva la conclusione dei lavori per il 23 febbraio 2017, dunque tutti hanno accettato di sopportare tre mesi di disagi, seppur pesanti, in nome della sicurezza e della tranquillità. Ovviamente non potevano immaginare che il 24 novembre 2016 sarebbe iniziato un incubo, perché sistemate le transenne per delimitare l’area di cantiere, installata la segnaletica e introdotte le modifiche viarie, effettuati gli scavi con le ruspe, all’improvviso e inspiegabilmente tutto si è fermato. In altre parole da ben prima di Natale i lavori sono fermi e nessuno ha saputo spiegare le ragioni. Resta che via Celommi da tre mesi e mezzo è un cantiere abbandonato, dove nessuno sta lavorando, ma in compenso la strada non è fruibile, si continuano a verificare e subire i disagi di una viabilità parziale, ogni mattina continuano le lunghe code, e a ogni acquazzone via Celommi si continua ad allagare perché le opere dell’antiallagamento puntualmente progettate e finanziate dal centro-destra non vengono realizzate. Non solo – hanno aggiunto l’avvocato Fiorilli e Foschi -: oggi questo cantiere sembrerebbe a tutti gli effetti abusivo perché l’ordinanza per occupare la strada è scaduta il 23 febbraio scorso, cioè un mese fa, e non è stata neanche prorogata, né dal dirigente né tantomeno dal sindaco Alessandrini, il che ci induce a pensare che l’amministrazione sia in difficoltà e non sappia che fare”. L’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’ e il vicepresidente della Commissione Vigilanza Cremonese hanno dunque girato la problematica ai tecnici “che – hanno aggiunto Fiorilli e Foschi – hanno rivelato una realtà disarmante: in sostanza il cantiere, aperto a novembre, prevedeva 270 giorni di lavori, dunque termine previsto per i lavori giugno 2017, e allora non comprendiamo perché l’ordinanza dirigenziale prevedeva lo stop al 23 febbraio. Ma non basta perché i tecnici hanno candidamente fatto sapere che comunque non verrà rispettata la scadenza di giugno: oggi i lavori sono fermi perché si sta redigendo una variante in corso d’opera per la realizzazione di lavori aggiuntivi. Attualmente gli operai che ogni tanto si aggirano sul cantiere si stanno limitando a installare le palancole di legno per rendere stabile l’area in cui si costruirà la vasca di raccolta delle acque bianche e delle acque di prima pioggia. A oggi non sappiamo quando i lavori riprenderanno a pieno ritmo e di fatto arriveremo ad aprire la stagione balneare con un cantiere piazzato proprio in mezzo alla riviera sud, con tutti i disagi connessi, in termini di vivibilità della spiaggia per i bagnanti e in termini di viabilità, con la paralisi totale del lungomare. Al massimo i tecnici hanno detto che potrebbero valutare di terminare la realizzazione della vasca e di rinviare l’installazione delle nuove condotte a dopo l’estate, sperando che non si verifichino nubifragi estivi. Ma cosa grave, tutti i tecnici sono rimasti in silenzio dinanzi all’ordinanza scaduta: quindi a oggi nessuno in Comune si è accorto che le modifiche viarie in uso sulla riviera sud non sono più giustificate, da un mese, da un’ordinanza e di fatto sono illegittime. Per tale ragione – hanno proseguito Fiorilli e Foschi – stamane al termine della Commissione l’Associazione ha protocollato un esposto indirizzato a Polizia municipale e Polizia stradale per chiedere accertamenti su tale vicenda che rasenta l’assurdo per una pubblica amministrazione. Ovviamente la nostra Associazione ha poi chiesto di accelerare al massimo le fasi di cantiere, perché non è concepibile aprire la stagione estiva con le ruspe sul lungomare, un disagio in più per i piccoli imprenditori balneari della zona già alle prese con le problematiche inerenti l’inquinamento”.

 

Redazione - Il Faro 24

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