“Marsilio riproduce Fontamara,
captando la maggior parte dell’acqua del Giovenco e lo fa a monte
dell’abitato cittadino, per alimentare il nuovo progetto della
Regione Abruzzo per il potenziamento del sistema idrico del Fucino”.
La denuncia arriva dal Sindaco Stefano Iulianella.
“Un
progetto totalmente modificato, dopo la Delibera n. 498/2019 della
Giunta regionale, che cancella il bacino di accumulo progettato a
valle di Pescina – riprende il primo cittadino – che aveva il duplice
scopo di mitigare il rischio idraulico nella piana del fucino e di
raccogliere ed accumulare le acque durante la stagione invernale, per
poi distribuirla durante la stagione irrigua. L’intervento promosso
nel passato si era già messo in cammino dal 2018, frutto di un
percorso lungo e complesso con Autorità di Bacino, Regione, soggetti
attuatori e portatori di interesse, per il quale si erano determinati
atti funzionali alla realizzazione dell’opera descritta, finanche a
stipulare una convenzione con l’INGV per l’attività di verifica
della presenza di criticità geologiche, legate alla possibile
presenza di faglie attive e capaci nell’area interessata dall’opera
di laminazione/accumulo nei pressi di Pescina. Poi gli atti di revoca
e di annullamento del procedimento. Il nuovo progetto, invece,
rielaborato completamente dall’Arap per volere della maggioranza di
centrodestra regionale, prevede captazioni di acque superficiali fino
a 600 l/s dal nostro Giovenco, che nelle ultime rilevazioni ha fatto
registrare, in data 8.10.2019, una portata pari a 576 l/s per
un’altezza idrometrica di 17 cm. Non oso immaginare i dati di portata
nel periodo estivo, quando l’altezza dell’asta raggiunge i 9
cm.
Questo progetto di comune a quello precedente ha solo le
risorse, i 50 milioni del Masterplan stanziati nel 2016. Se le
motivazioni dell’esecutivo regionale sottese a tale modifica sono
quelle della mancanza di risorse finanziarie per realizzare la rete
irrigua anche in altre zone del fucino, si attivassero a reperirne di
ulteriori, anziché penalizzare la città di Pescina riproducendo
degli scenari di siloniana memoria: l’Impresario che capta i ¾
dell’acqua del fiume, lasciando ai “cafoni” ¾ di quella
restante (in altri termini il deflusso minimo vitale garantito
dall’ordinamento). Non è possibile che in ogni passaggio di
amministrazione si stravolga tutto, gli agricoltori non possono più
attendere un’opera così importante e strategica per il territorio
fortemente votato all’agricoltura come il nostro. Occorre pertanto
accelerare, ma su soluzioni capaci di garantire sia un buon
approvvigionamento idrico per l’agricoltura che la tutela della
risorsa idrica, al fine di non arrecare danni irreversibili per
l’habitat e per le caratteristiche paesaggistiche del territorio,
che dovrebbero essere salvaguardate.
Non resteremo inerti: saremo
“cafoni”, ma conosciamo i nostri diritti e li rivendicheranno in
una pubblica assemblea che si terrà domenica 23 febbraio, alle ore
16, presso il municipio, in cui spiegheremo cosa sta accadendo
all’acqua del Giovenco, ma anche ai fondi tagliati dalla ASL per la
realizzazione di una struttura semiresidenziale per persone affette
da Alzheimer e dall’autorizzazione rilasciata dalla Regione per la
realizzazione di un impianto a Biometano sul territorio.
Ringrazio
per la sensibilità dimostrata da Silvio Paolucci che sull’argomento
ha depositato due risoluzione in Consiglio regionale per ripristinare
i fondi tagliati per la trasformazione dell’ex distretto sanitario di
base in centro per Alzheimer e per far revocare tutti gli atti che
prevedono la captazione dell’acqua a monte di Pescina. Se questa
comunità che rappresento non dovesse essere tutelata dalla Politica,
a cui è affidato il compito di fornire adeguate risposte, non
possiamo fare altro che affidarci alla Giustizia amministrativa per
tutelare e difendere questo territorio che merita maggior rispetto.