A riguardo della vicenda relativa alla realizzazione di una piattaforma di rifiuti liquidi non pericolosi presso la sede Wash Italia Spa, sita nel Comune di Nereto, con l’odierna seduta della Conferenza dei Servizi tenutasi a L’Aquila, si è deciso di rinviare all’apposita commissione VIA l’intero carteggio per un riesame complessivo delle problematiche nel frattempo emerse, anche in considerazione delle tante osservazioni promosse dal Sindaco di Nereto, dal Presidente dell’Unione Comuni “Città Territorio Val Vibrata”, dal Genio Civile, dall’ARTA Regionale, dalla ASL, oltre alle Associazioni locali ed alle Associazioni Ambientalistiche, nonché da ultimo quelle da me proposte riguardanti taluni aspetti di carattere ambientale.
In particolare, in data 18 dicembre c.a., provvedevo ad interessare l’ufficio preposto al rilascio della autorizzazione per una migliore verifica del modello legale di riferimento, con specifico riguardo ai contenuti della parte terza del Decreto Legislativo 42/04 che disciplina l’individuazione dei beni paesaggistici includendo nel novero dei beni oggetto di tutela paesaggistica, oltre quelli individuati specificatamente secondo le modalità previste dalla L. 1497/39, anche ampie porzioni del territorio nazionale definite quali beni diffusi vincolati ex lege. (tale norma individua precisamente le aree sottoposte a tutela paesaggistica. Tra le aree vincolate rientrano i fiumi, i torrenti e le acque pubbliche iscritte nel Testo Unico 1775/33 per 150,00 metri lineari dalle sponde). Ed ancora, proponevo all’attenzione degli organi investiti i contenuti normativi di cui all’art. 96, lett. f), del Testo Unico 25 luglio 1904, n. 523 sulle acque pubbliche, posto che la giurisprudenza civile e amministrativa si attesta sul canone per il quale “in linea generale il divieto di costruzione di opere dagli argini
dei corsi d’acqua, previsto dall’art. 96, lett. f), del Testo Unico 25 luglio 1904, n.523, ha carattere legale, assoluto e inderogabile, ed è diretto al fine di assicurare non solo la possibilità di sfruttamento delle acque demaniali, ma anche e soprattutto il libero deflusso delle acque scorrenti nei fiumi, torrenti, canali e scolatoi pubblici.
Rilevo con soddisfazione che nel frattempo (in data 19 dicembre 2019, prot. N356595/19), sia intervenuta da parte della ditta interessata la richiesta di autorizzazione paesaggistica al Comune di Nereto, il quale, attraverso il SUAP, potrà esercitare al meglio i poteri conferitigli dalla Legge. Ovviamente, il pericolo non è scongiurato, ma alla luce di questo primo risultato mi ritengo soddisfatto e moderatamente ottimista per un lieto fine di questa vicenda, nel senso che nutro la intima convinzione che gli uffici preposti, prima ancora di accedere alla fase decisoria sappiano ben valutare i motivi e le ragioni tecnico-amministrative rappresentate ed interpretare al meglio le tutele legali di tipo ambientale, anche al fine di dare concreta evidenza alla finalità di interrompere la pericolosa tendenza ad occupare gli spazi prossimi al reticolo idrico; e ciò, a tutela sia del regolare scorrimento delle acque e sia in funzione preventiva rispetto ai rischi per le persone e le cose che potrebbero derivare dalle esondazioni.
Infine, al netto di altre considerazioni, colgo l’occasione per esprimere il mio più vivo compiacimento a favore di tutti quei, numerosissimi, cittadini che hanno partecipato alle manifestazioni di contrasto alla piattaforma di rifiuti liquidi: in tutte le manifestazioni ho registrato passione, determinazione, educazione, maturità e senso civico, ed ho sentito il profumo della democrazia.