Il Comune di Cocullo ha da tempo iniziato un percorso per il riconoscimento da parte dell’Unesco, come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, della festa di San Domenico Abate/Rito dei Serpari e della tradizione che ne consente la realizzazione da tre secoli.
Tra le istituzioni sostenitrici c’è una Associazione Temporanea di Scopo, che raccoglie 13 Comuni tutti legati dalla comune devozione a San Domenico Abate: piccoli comuni, tutti caratterizzati dallo spopolamento, che mette in dubbio sia la permanenza delle Comunità locali e sia delle tradizioni culturali secolari che sono una ricchezza del patrimonio nazionale.
In questo quadro, la candidatura della tradizione di Cocullo a patrimonio dell’Unesco si pone come atto teso a dare visibilità a questa problematica, in modo da richiedere interventi concreti tesi alla salvaguardia del grande patrimonio culturale che caratterizza tutti i borghi dell’Appennino centrale.
Da qui l’idea di tenere, in occasione del Rito dei serpari del 2018, il prossimo 28 aprile, un convegno con i piccoli comuni di Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche e Molise per avviare un confronto tra amministratori, associazioni e realtà locali su queste tematiche.
Interverranno antropologi che negli anni si sono misurati con questa problematica, come Lia Giancristofaro, Valentina Lapiccirella Zingari, Pietro Clemente e Vito Teti.
A questa iniziativa ha dato la sua adesione l’Anci, sia nel momento della promozione, sia nella definizione dei contenuti e sia nella gestione, con l’intervento del coordinatore nazionale dell’Anci Piccoli comuni, Massimo Castelli, ed il responsabile del dipartimento Cultura Vincenzo Santoro, insieme al presidente di Anci Abruzzo Luciano Lapenna. L’obiettivo è quello di dare vita ad una “Carta di Intenti”, da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni governative nazionali e regionali.
“I piccoli Comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti sono in Abruzzo 249 su 305, di cui 194 hanno meno di duemila abitanti. In essi risiedono 345mila persone su un milione e trecentomila che vivono nella nostra Regione.
Dal 1971 al 2015 la popolazione nei piccoli Comuni è diminuita di più del 20%. Tutto questo è reso ancor più grave dagli eventi sismici recenti che mettono in pericolo la sopravvivenza di decine di piccoli comuni, tutti drammaticamente alle prese con lo spopolamento e con la ricostruzione.
Occorrono politiche di sostegno ai Comuni di queste aree che hanno problemi di dissesto idrogeologico, di decremento della popolazione residente, di disagio insediativo; occorrono strumenti di sostegno e valorizzazione dei piccoli Comuni per la loro riqualificazione e il recupero dei loro centri storici. Sono le richieste che l’Anci ha fatto con “L’Agenda controesodo”, rivolte al Parlamento, al Governo nazionale e ai governi regionali. E’ tempo di cambiare passo.” – così il presidente di Anci Abruzzo, Luciano Lapenna.