Premio Prima Donna a Federica Bartocchini, scopritrice del bruco che mangia la plastica

IL PREMIO “CASATO PRIME DONNE” FA SCUOLA E METTE IN LUCE IL VALORE DEL MERITO, DI CHI VIENE PREMIATO E DI CHI PREMIA.

Grande successo di pubblico il 17 settembre, a Montalcino.

 

 

Montalcino (Siena) – Domenica 17 settembre 2017 la città brulicava di presenze autorevoli, venute da tutta Italia per partecipare alla XIX edizione del Premio Casato Prime Donne, ideato dalla straordinaria Donatella Cinelli Colombini nel 1999, figura di spicco nel mondo del vino e dell’universo femminile per il suo impegno a favore della presenza delle donne nella società e nel lavoro. Il Teatro degli Astrusi, un gioiello d’arte dove si è svolta la cerimonia, letteralmente gremito pur se le dieci del mattino. Segno di come il Premio Casato Prime Donne esercita un richiamo irresistibile, va oltre il premio stesso per la capacità intrinseca d’innalzare il valore del merito e dei talenti a fattori irrinunciabili di crescita e sviluppo. 

 

La sua formula originale fa scuola, è un esempio di storytelling, un modo di trasmettere significati profondi.  Insegna come un premio può diventare attrattore per il territorio. Valorizza i nuovi profili femminili e le donne che costituiscono un modello per tutte le altre e quanti scrivono, fotografano, divulgano, in modo particolarmente efficace il territorio e i vini di Montalcino.  

 

Il premio Prima Donna quest’anno è andato a Federica Bertocchini, giovane biologa molecolare che ha scoperto il bruco che mangia la plastica, capace di risolvere grossi problemi ambientali. Premiati i giornalisti Pietro Lazzaro del Tg3 per il servizio dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello, Stefano Pancera, Mediaset, per il servizio televisivo dedicato al futuro del vino italiano nelle mani dei giovani e Vanina Patané, freelance, per aver pubblicato sulla rivista in Viaggio l’articolo “Montalcino: la sua storia, la sua arte e il suo vino”.  

 

Momenti toccanti della cerimonia di premiazione sono segnati dall’intervento di apertura di Francesca Colombini Cinelli, la “gran dama” del Brunello che costituisce la memoria storica del premio e dei primi tentativi volti a nobilitare il lavoro del contadino.  La stessa Donatella ha profuso il senso di appartenenza, di coesione, dell’importanza di fare squadra – da soli non si va da nessuna parte – ha sottolineato presentando orgogliosa quanti hanno collaborato alla buona riuscita del premio, sottolineando che per il buffet, organizzato dopo la premiazione alla Fattoria del Colle, a Trequanda, sono stati coinvolti solo produttori e operatori locali, tutto improntato sulla genuinità e tradizione, rigorosamente a chilometro zero.

Anche dalla Giuria del premio, composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri, Daniela Viglione e presieduta da Donatella Cinelli Colombini, sono arrivati spunti di riflessione soprattutto sui giovani e sulle potenzialità del territorio per un futuro sostenibile. 

 

Merito quindi a chi è stato premiato, per quanto hanno saputo esprimere in termini di capacità, creatività e passione. E a chi ha premiato, per l’impegno profuso nella valorizzazione della terra dei vini e di altre specialità, passando attraverso le migliori qualità di chi la vive, la racconta, l’interpreta e l’attraversa. Anche solo con il pensiero. 

 

 

Ufficio stampa One Group

Francesca Pompa

Redazione - Il Faro 24

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