Per la seconda volta la Festa dei Lavoratori si svolgerà durante l’emergenza sanitaria e anche quest’anno gli operatori sanitari svolgeranno il proprio lavoro, come sempre rispondendo ai bisogni di cura e assistenza delle persone, uniti solo dalla precarietà, dalla mancanza di tutele, dall’ incessante attacco ai diritti o dalla pericolosa privatizzazione che sempre più si fa largo nel Servizio Sanitario Nazionale -affermano in una nota dal Direttivo Nazionale ULS- Unione Lavoratori Sanità.
Da oggi vorremmo invitare i Lavoratori e i disoccupati a riflettere sull’ importanza della Sanità per quanto sta accadendo e per il futuro, vista la crisi economica in progressiva ascesa -proseguono Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo ULS-. I tagli dei posti letto negli Ospedali e la riduzione del personale, benedetti dalla politica bipartisan in questi anni, hanno influito pesantemente sulla gestione della pandemia. Se non ci fossero stati i paletti del blocco del turn over e dei 3,7 posti letto ogni mille abitanti (3 per le acuzie e 0,7 per la cronicità) introdotti dal Decreto Balduzzi (DM 70/2015) in clima di spending review selvaggia e la fallimentare riorganizzazione delle cure territoriali, chiudendo ospedali e bloccando le assunzioni di personale, il Sistema Sanitario Nazionale non sarebbe andato subito in difficoltà al primo aumento dei ricoveri. Se la precedente riorganizzazione della Sanità è stata fallimentare, drenando risorse pubbliche importanti verso il privato che fa profitto e diminuisce diritti, e ha evidenziato le criticità strutturali, facendo emergere le diseguaglianze di accesso alle cure nelle diverse regioni, la strada intrapresa nel Recovery Plan del governo Draghi, a nostro parere, rischia di continuare sullo stesso paradigma attraverso la chiave anti-ospedaliera. L’interesse privato per i 20 miliardi di euro, in una fase di precarizzazione estrema verso cui si sta tentando di andare, potrebbe appropriarsi di un pezzo di risorse pubbliche attraverso un massiccio ricorso a contratti a tempo determinato e a una richiesta di maggiore flessibilità dei Lavoratori. Basti guardare all’uso fatto delle agenzie per il lavoro utilizzate per il reclutamento di Infermieri e Medici durante la pandemia.
Si inizi finalmente a riconoscere l’importanza del Sistema Salute di questo paese e i suoi Lavoratori, stanchi, demotivati, con stipendi non dignitosi, mobbizzati da dirigenze che considerano i pazienti numeri di un fatturato mensile, Lavoratori senza diritto di critica, in continuo affanno professionale nel garantire l’assistenza, oggetti di provvedimenti disciplinari strumentali a tacitare il dissenso dalle logiche del profitto. Sia questa una giornata di riflessione consapevole affinché non si faccia solo quella demagogia effimera di uno Stato fondato sul Lavoro e i suoi diritti, quando ogni giorno si procede in direzione contraria -concludono dal Direttivo ULS.