Le giornate si stanno allungando già da un po’, le notti si accorciano e quando usciamo dall’ufficio c’è sempre più luce tanto da farci pensare alla meta delle vacanze.
La notte tra sabato 30 marzo e domenica 31 marzo si lascia l’ora solare per passare all’ora legale. La mattina della domenica resteremo a letto un’ora in meno, ma questo momento è considerato da molti come l’inizio ufficiale della bella stagione. A ogni cambio ora solare – ora legale ci sorge il dubbio. Dormiremo un’ora in più o in meno? Quando avverrà il passaggio all’ora legale? Avremo più sole la mattina o la sera?
Già che ci siamo, scopriamo qualche curiosità su questa scelta. Nel 2019 l’ora legale tornerà in vigore appunto nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo. Più precisamente, alle 2:00 del mattino di domenica. In quel momento le lancette degli orologi dovranno essere spostate in avanti di un’ora, alle 3:00. Computer, smartphone e tablet si aggiornano automaticamente, perciò nessuna inutile levataccia notturna. Per quanto riguarda orologi e sveglie analogiche, ricordatevi di regolare l’orario quando vi svegliate o poco prima di addormentarvi. Con il ritorno dell’ora legale avremo – almeno inizialmente – meno luce al mattino ma la fine della giornata arriverà un’ora dopo. Per evitare confusione, è semplice memorizzare la frase “primavera avanti, autunno indietro”. Gli orologi devono sempre essere spostati in avanti nell’ultimo weekend di marzo, in primavera, e spostati indietro nell’ultimo weekend di ottobre, in autunno. Gli esperti ci avvertono ormai da anni che ogni cambio di orario comporta un piccolo squilibrio al nostro bioritmo, una specie di mini effetto jet lag, le cui conseguenze possono perdurare anche un mese. Quindi per un po’ potremmo sentirci più stanchi e più di cattivo umore del solito in ufficio. Al di là delle indicazioni mediche, il consiglio è quello di affrontare le mattine con maggior calma e trovare il modo di coccolarsi un po’ più del solito. L’ora del passaggio solare – legale è stata scelta perché è il momento di minor traffico ferroviario della giornata. In questo modo si riducono al minimo i rischi di disallineamenti degli orari programmati per gli arrivi e le partenze. L’ora solare è detta anche Tempo standard. È regolata in base al fuso orario sul tempo del meridiano di Greenwich nel Regno Unito, in seguito a una convenzione internazionale fissata nel Diciannovesimo secolo. L’Italia, quando è in vigore l’ora solare, si trova un’ora avanti rispetto al Gmt; nei mesi estivi invece, con l’ora legale, il nostro paese è due ore avanti. La storia del cosiddetto Tempo standard nel mondo occidentale è legata al sistema dei trasporti.
I primi a utilizzare un sistema unificato per calcolare il tempo sono stati gli inglesi nel 1847, quando le ferrovie britanniche si adeguarono al tempo di Greenwich (Gmt). Sempre per evitare disguidi sugli orari dei treni, nel 1879 il canadese Sandford Fleming propose il Tempo standard per informare i passeggeri del sistema di trasporto del Nord America. Nello stesso anno il Gmt fu applicato anche alle previsioni meteo. Nel 1883 infine l’adeguamento dello United States naval observatory che riorganizzò sulla base di quattro zone temporali (fusi orari) i segnali telegrafici di tutti gli Stati Uniti. Nel corso dei decenni è stata più volte abolita e ripristinata. Lo scopo principale per il quale viene attuata si lega al risparmio energetico, sfruttando maggiormente le ore di luce. Infatti, modificando l’orario si riesce ad utilizzare meno l’illuminazione elettrica. L’ora legale, adottata per la prima volta nel 1916 come misura di guerra e in via definitiva in Europa nel 1996, è stata ideata allo scopo di massimizzare la luce naturale disponibile in base alle attività umane, riducendo i consumi nazionali. Spostare gli orologi di un’ora in realtà potrebbe essere una sorta di riadattamento moderno di quelli che erano in origine i ritmi delle antiche società agricole, quando ci si alzava all’alba e ci si ritirava al tramonto. La rivoluzione industriale sovrascrisse i ritmi naturali imponendo orari fissi tutto l’anno, per necessità che vanno dai turni in fabbrica agli orari dei treni. Il primo a riflettere sull’opportunità di riadattare i ritmi di vita umani a quelli naturali fu Benjamin Franklin. Lo scienziato, inventore e politico statunitense nel 1784 scrisse alcune riflessioni sul tema, legate proprio al concetto di risparmio energetico. Bisognerà attendere più di un secolo però, prima che le idee di Franklin fossero formalizzate. Il primo studio sulla sua realizzabilità è di George Vincent Hudson, un entomologo Nuova Zelanda nel 1895, mentre all’uomo d’affari britannico William Willett è accreditata l’idea di un favorevole collegamento con la produttività sui luoghi di lavoro. Fu durante la Prima guerra mondiale, nel 1916, che Austria e Germania lo fecero per prime, per risparmiare carbone in tempo di guerra, seguite dal governo inglese che istituì il British summer time. Portando avanti di un’ora le lancette dell’orologio durante i mesi estivi si sfrutta la luce e il calore solare e si taglia sui consumi energetici. Anche in Italia l’ora legale è scattata per la prima volta come misura di guerra nel 1916. Dal 1996, infine, è obbligatoria per tutti gli stati membri dell’Unione europea. Secondo Terna (il gestore della rete elettrica), grazie all’alternanza ora legale-ora solare, nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2017 l’Italia ha risparmiato 567 gigawattora, valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 320mila tonnellate e pari al fabbisogno medio annuo di oltre 200mila famiglie. Considerando che un kilowattora costa circa 19,5 centesimi di euro, la stima di risparmio è pari a 110 milioni di euro. Cumulando i margini realizzati nel corso degli anni si arriva, dal 1996 – anno in cui l’ora legale è entrata in vigore per tutti i paesi dell’Unione Europea – al 2013 ad un risparmio totale superiore a un miliardo di euro, secondo i dati di Assoelettrica. Tuttavia questo non riguarda tutti i settori produttivi. L’agricoltura per esempio ne risente negativamente, dato che è nelle prime ore della mattina che è concentrato il lavoro nei campi ed è allora che serve più elettricità. Non tutti i mesi in cui si vive nel regime di ora legale comportano però lo stesso margine di risparmio energetico, tanto maggiore quanto più è la luce naturale che si guadagna spostando le lancette dell’orologio. Perciò i mesi di aprile e ottobre, in cui il buio arriva prima la sera, sono quelli che ne beneficiano di più, a differenza di quelli estivi. Ad aprile e ottobre i risparmi sono dell’ordine di 150 milioni di kWh, a maggio e settembre sugli 80 milioni, gli altri mesi sui 30. Non tutti i paesi però l’adottano e c’è chi vorrebbe abolirla. Innanzitutto i paesi vicini all’Equatore, per i quali ovviamente la differenza di illuminazione naturale durante l’anno è minima. La maggior parte dei paesi africani e asiatici non adottano il cambio di orario mentre in Nordamerica sono fuori dalla convenzione le Isole Hawaii e, chissà perché, lo stato dell’Arizona. I paesi dell’emisfero Australe, avendo le stagioni invertite, hanno ovviamente anchele date di ora legale e ora solare speculari, perciò in Australia a fine ottobre le lancette si mettono avanti di un’ora. L’Unione Europea a febbraio 2018 ha bocciato la proposta di abolire l’ora legale. La Russia nel 2014 ha scelto di adottarla in modo permanente. Sembra che sia quello dell’automobile l’orologio che gli italiani dimenticano più spesso di allineare all’ora legale-solare. Sono ancora poche le auto dotate di un sistema di aggiornamento automatico, ulteriore conferma della scarsa connettività del parco auto circolante e della primordialità dell’elettronica di bordo. D’altronde è comprensibile: si sale in auto per recarsi in fretta al lavoro, ci si accorge che l’ora sul cruscotto non è corretta, ma invece di fermarsi a capire la complicata sequenza di levette, menù e pulsantini, si tira dritto. Spesso, finendo con l’adattarsi al ritardo endemico della propria auto, almeno fino al cambio d’ora successivo. Dopo l’estate che ci aspetta, l’appuntamento con l’ora solare è per domenica 27 ottobre 2019, alle 3 di notte.