Referendum, l’appello al voto dei Vescovi di Abruzzo e Molise

La Consulta Regionale dell’Ufficio di Pastorale Sociale (Lavoro, Giustizia, Pace, Custodia del Creato) delle regioni Abruzzo e Molise, lancia il proprio appello “ragionevole e costruttivo per il bene comune del nostro Paese”.

“Responsabili per la creazione e per la democrazia” si legge in apertura nel comunicato diffuso dagli ecclesiastici. “Papa Francesco ha rivolto alla Chiesa universale e a tutti gli uomini e donne nel mondo l’appello sulla “cura della casa comune” che è la nostra Terra. Ha espresso in maniera efficace l’analisi della situazione attuale e l’orientamento auspicabile che l’umanità intera è chiamata ad assumere per custodire il dono della creazione e costruire uno sviluppo compatibile secondo i principi di quell’ “ecologia umana integrale” che il Vangelo ispira e che l’insegnamento sociale della Chiesa propone” spiegano i Vescovi abruzzesi e molisani.

“Anche i nostri Pastori delle Chiese di Abruzzo e Molise in questi anni hanno pronunciato, partendo dall’ascolto del nostro popolo e coinvolti in difesa del territorio in cui insieme viviamo, riflessioni relative alle tante crisi ambientali ed economiche legate alla minaccia della deriva petrolifera che interessa ancora le nostre coste e le nostre terre. Come espresso durante l’ultima sessione del Consiglio Permanente della CEI, nel nostro Paese è necessaria un’ampia valutazione riguardo la transizione energetica, che porti a entrare in maniera consapevole ed efficace nel secolo delle energie rinnovabili, della sobrietà energetica e di un nuova alleanza tra creatura umana e creazione naturale. Il prossimo referendum abrogativo del 17 aprile è una delle occasioni propizie per tale percorso, ben più ampio di questo importante appuntamento, destinato a far crescere in Italia non solo una politica economica alternativa e capace di futuro, ma anche a diventare momento di consapevolezza civile nella partecipazione democratica di ogni cittadino. In questo periodo in cui la convivenza sociale si fa più difficoltosa e conflittuale e la crisi della rappresentanza politica porta alla sfiducia e alla chiusura, l’invito ad esercitare col voto referendario la propria sovranità ragionevole e costruttiva in un ambito così vitale può segnare anche un motivo di riappropriazione del proprio ruolo di cittadinanza attiva e condivisa, che in molte occasioni viene vanificato. Auspichiamo quindi che il prossimo 17 aprile tutti partecipino con convinzione all’esercizio del voto referendario, perché un popolo che vota è un popolo libero e responsabile”. 

Redazione ilfaro24.it

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