Questa non è una favola, ma una storia vera,ed ogni storia vera che brilla di emozione si puo’ anche chiamare favola. Antonio, ottantenne originario della provincia di Cosenza , per piu’ di mezzo secolo, il lavoro l’ha portato via dalla sua terra. L’amata Calabria, arida, dura, ma piena di cuore, di amore.
” oggi le mie ossa sono stanche, eppur felici di esser tornato,nei miei loghi, nei luoghi incantati della mia lontana infanzia. In questo spazio, oggi semi abbandonato, c’era il mercato coperto. il luogo magico per i bambini, dove correvamo spensierati, tra un calcio ad un pallone e una corsa. Che bello rivedere i due alberi del Carrubo, ma……… se non mi sbaglio,…….. si ……si…… ma qui c’era un enorme Carrubo, grande, enorme, maestoso, lo chiamavamo Maestro,……. ma che fine ha fatto? le risate di noi bambini sotto il suo fresco lo rallegravano, armonizzava i nostri sogni…… dove è andato? ”
Lo sguardo di Antonio divenne lucente, il pugno sempre piu’ rabbioso su quell’esile bastone, non potevo ferirlo ancora……. L’Albero gigante del Carrubo era stato tagliato l’anno seguente alla sua partenza per Torino, le spensierate chiacchiere dei bambini sotto il suo fresco davano fastidio al vicinato. Quando muore un anima chiamata emozione.