di Alina Di Mattia e Michele Rossi
Padre e figlia, e un doloroso distacco durato ben 27 anni che trova finalmente pace grazie alla tecnologia che, quando ben usata, può fare miracoli. Come quello accaduto tra Renee, una ventisettenne nata e cresciuta in Australia, e suo padre Claudio, un italiano residente nella Marsica. La triste storia di una vita spezzata in due che inizia quasi tre decenni fa, quando una donna italiana, originaria di Avezzano, decide di partire per l’Australia lasciando a casa il padre della bambina che porta in grembo.
Lui, il papà della piccola, non si dà pace: la cerca per anni, persino in Ambasciata, senza riuscire a sapere dove fosse. La bambina intanto cresce e scopre, nel frattempo, che quello che crede il suo padre biologico in realtà non lo è. La madre però non ha nessuna intenzione di rivelarle il nome del papà. Un segreto impossibile da sopportare per una giovane figlia, tanto che inizia le sue personali ricerche sul web.
Sul web Renee cerca la città di nascita della mamma, e si iscrive ai gruppi Facebook marsicani postando ovunque il suo appello. Il desiderio è quello di trovare i suoi familiari in Italia per far luce sulla sua paternità. Casualmente, uno dei post pubblicati viene notato da un nostro giornalista, e la redazione de Il Faro24 decide di farne un appello diventato virale in poche ore.
Accade il miracolo: l’articolo viene letto proprio dal padre della ragazza e i due riescono a parlarsi, almeno virtualmente. Adesso Renee desidera ad ogni costo venire in Italia ed abbracciare suo padre per la prima volta, e conoscere quella terra e quegli affetti che le sono stati negati per quasi trent’anni. E vuole farlo insieme ai suoi quattro bambini. Ma l’Australia non è proprio dietro l’angolo e, come possiamo immaginare, i biglietti aerei non sono affatto economici. La ragazza indice una raccolta fondi, raccontando alcuni dettagli della sua dolorosa esistenza e del devastante rapporto con la madre sul quale, per il momento, ci asteniamo dall’intervenire.
“Ho trascorso tutta la mia vita senza sapere chi fosse mio padre. Un buco nel cuore che non sono riuscita mai a colmare. Mia madre mi ha sempre mentito per nascondermi la verità. Quando avevo 14 anni, ho scoperto che quello che credevo il mio papà non fosse il mio padre biologico, ma in fondo l’ho sempre saputo. Mi sono sempre sentita fuori posto e diversa. Mia madre è stata molto violenta con me, ed ogni volta che mi picchiava restavo a piangere sul letto sperando che il mio vero padre venisse a salvarmi. Lui però non sapeva dove trovarmi. Non sapeva in che zona del mondo mi trovassi. È stato anche in Ambasciata per scoprire dove fossi finché, la scorsa settimana, ho avuto l’idea di cercare su Google la città natale di mia madre, in Italia, e mettere un post su alcuni gruppi del luogo per trovare la mia famiglia italiana. Il post è stato notato da alcuni giornalisti e si è trasformato in un articolo di una testata abruzzese. L’articolo è stato visto e commentato da mio padre. Adesso ho bisogno di incontrare papà e i miei parenti. Ho bisogno di trascorrere del tempo con lui, di conoscere quest’altra metà che ho perso. Vorrei che anche i miei figli, i suoi nipoti, lo incontrassero. Ma non posso permettermi di andare a mie spese, dall’Australia non è un viaggio economico e odio chiedere aiuto, ma ho bisogno di incontrarlo. Per favore, aiutami con una donazione. Aiutami anche con la condivisione”.
E noi, non solo condividiamo questa raccolta ma la appoggiamo totalmente in attesa di festeggiare insieme un abbraccio che aspetta da 27 anni.
Per donare: https://www.facebook.com/donate/2214931502144362/
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