ROCCA DI BOTTE – UN ANTICO BORGO DOVE LA STORIA E’ L’EMBLEMA DELLA NATURA

” Dall’alto del Santuario di Maria Santissima dei Bisognosi, al calar del sole ti osservo o vecchio borgo, che natali antichi hai dato al grande San Pietro, al polifonico Graziani e a storici importanti. Le luci dei tuoi viali si riuniscono in una forma d’amore, un cuore con le sue arterie, un immagine santa di un affascinante borgo ” ( Cicchetti Ivan )

 

Rocca di Botte è inserito in un contesto naturale coronato di verde e abitato da numerose specie faunisticche selvaticche: volpi, lupi, tassi, istrici, lepri,caprioli, scoiattoli marsicani, cinghiali e qualche rara volta fa capolino l’orso marsicano. Il territorio è ricco di allevamenti di bestiame, ed il borgo è rimasto vergine, privo di civilizzazione industriale, elemento che caratterizza l’estrema salubrità dell’aria. Queste importanti caratteristiche hanno faato si che il paese fosse inserito nei BORGHI AUTENTICI D’ITALIA. Il paese ha origini molto antiche e le prime documentazioni scritte risalgono a una bolla papale del 1115. Dal 1173 sotto il potere della famiglia Montanea, nel Quattrocento passò sotto il controllo degli Orsini e nel Cinquecento dei Colonna, sotto i quali raggiunse il massimo splendore edilizio. Nel secolo XV Rocca di Botte, come altri borghi del territorio, è investita dell’attività di artisti, movimento che prosegue nel secolo successivo. Nel 1557, però, Rocca di Botte fu vittima di una distruzione ad opera del Duca d’Alba e nel 1656 una grave pestilenza fece decine di morti causando un brusco spopolamento. Da quel momento in poi il paese fu vittima di distruzioni e saccheggi causati da ribellioni dovute al malcontento diffuso. Il borgo, nell’Ottocento, venne unito al comune di Pereto assieme ad Oricola. Iniziò una lunga lotta per una propria autonomia amministrativa, conquistandola agli inizi del XX secolo, ad opera di un risoluto “Comitato Cittadino”.  Nel centro abitato di Rocca di Botte sorge la chiesa di S. Maria della Febbre, che al suo interno conserva affreschi risalenti al ‘400. Non si hanno notizie certe riguardo alla data di costruzione della chiesa che, allo stato attuale, sembrerebbe essere solo la cripta di una chiesa più grande, magari distrutta nei secoli o mai costruita. L’edificio presenta due portali di accesso al piano terra e a quello superiore. Il piano terra è costituito da un’unica aula dove sono presenti quattro colonne che, collegate a dei capitelli, formano vari archi a tutto sesto. Gli affreschi della chiesa furono realizzati tra il XIV e il XV secolo e ancora oggi possono essere ammirate scene della Natività, lo schema del Cristo benedicente, la raffigurazione della Pietà e numerose altre scene di Santi. Da visitare la casa, chiesa, di San Pietro Eremita, sita nel centro storico ed il Santuario della Madonna dei Bisognosi, sul monte Carseoli. Per gli amanti della natura il territorio circostante è l’ideale per escursioni e passeggiate tra i numerosi boschi alla scoperta delle formati specie autoctone: la quercia roverella, il frassino, l’orniello, il faggio, l’acero, i sorbi, il ciliegio selvatico, i noccioli, il carpino nero. Accanto alle specie arboree è possibile ammirare differenti tipi di fiori, viole, narcisi, campanelle, anemoni, caprifogli, ciclamini, gigli, le orchidee di terra, e piante medicinali, come il tasso barbasso, noto per le sue proprietà curative delle bronchiti. Il territorio si preserva anche per gli amanti delle passeggiate a cavallo, infatti diversi sono i maneggi presenti, per ascoltare al meglio il profumato idillo chiamato quiete. Il territorio di Rocca Di Botte presenta una grande varietà di prodotti enogastronomiciL’aglio rosso è molto diffuso nel territorio circostante e viene utilizzato al posto dell’aglio classico: è più ricco di oli essenziali, si conserva a lungo ed è l’unico a generare uno scapo floreale che viene estratto dalla pianta circa un mese prima della raccolta. Quest’ultimo si consuma fresco, conservato sottolio o in agrodolce, ed ha un gusto meno deciso dell’aglio pur mantenendo le stesse proprietà farmacologiche ed alimentari della pianta madre. Un altro prodotto locale tipico è il cacio fiore, un formaggio di media stagionatura simile al pecorino. E’ un prodotto tradizionale della transumanza locale che deve la sua particolarità all’uso di un caglio vegetale. I pastori, durante gli spostamenti, raccoglievano facilmente i fiori di cardo selvatico e li facevano poi seccare al sole. Molto buoni sono anche l’olio e il vino della zona. Tra le ricette tradizionali troviamo l’agnello in umido, il cardo in brodo, le cozze allo zafferano, spezia tipica locale. Altra prelibatezza sono i maccheroni alla pecorara, cucinati con cipolla tritata, guanciale tagliato a tocchi grossolani, funghi di bosco misti ai quali vengono aggiunti pomodori, basilico, peperoni, melanzane e zucchine fritte, olive e ricotta, risultando in un piatto davvero ricco che delizierà il palato anche del visitatore più esigente. Un altro primo è l’emblema del paese i Ravioli dolci al sugo, curiosità culinaria da assaggiare ed apprezzare. La popolazione ha antiche radici che ci tramandano addirittura in terra di Calabria, infatti moltissimi sono gli anziani, e con loro i loro figli e nipoti, che hanno origini calabresi, piu’ precisamente di Falerna nel catanzarese. La storia ci riporta quando la tecnologia non esisteva, l’unica modalità di social era la lettera, e spesso i matrimoni venivano combinati per lettera, o procura, e da qui nascono le radici calabresi del paese. L’influenza calabrese si nota soprattutto nelle ricette culinarie tipiche del posto. Per chi vuole soggiornare vi sono diverse soluzioni, infatti sono diverse le abitazioni trasformate in piccolissimi B&B.

” lasciate comandare la natura, è lei la regina dei luoghi, l’unica dea del nostro vivere. Lascio a voi genti la superbia, non è sostanza della quiete ” ( Cicchetti Ivan )

 

Redazione - Il Faro 24

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