Nel giorno della ricorrenza del Centenario della nascita del nostro illustre Cittadino, Sandro D’Amato, è un onore per me tracciare un suo ricordo per sottolinearne la caratura e la valenza di uomo dedito alla ricerca storica dei luoghi in cui è nato, cresciuto e vissuto.Tanti di noi hanno conosciuto la sua professionalità, il suo amore per la nostra storia ed è un dovere trasmettere i valori di questo grande personaggio, alle generazioni di oggi e di domani.Le sue pubblicazioni sono una documentazione scientifica meticolosa e preziosa in campo storico ed archeologico per la ricostruzione e la valorizzazione di realtà che appartengono anche ad altri territori limitrofi.Insieme al professor Cesare Letta ha realizzato un’opera monumentale sulle zone archeologiche della Marsica, la sua Epigrafia è una vera e propria mappa dell’archeologia locale.Il suo volume intitolato “Il primo prosciugamento del Fucino ” edito nel 1980, è un’altra testimonianza dei suoi due grandi amori per la ricerca e per la sua terra, ancora una volta intrecciati in modo inestricabile. La ricerca sul Fucino lo ha portato lontano nella nostra antichita, fino alla preistoria della Marsica, al tempo del primo prosciugamento del lago, realizzato dai romani nei primi secoli dell’era cristiana.La sua attività di studioso è stata una spasmodica ricerca documentale per scoprire i lustri e le grandezze che – come egli stesso ha scritto – onorano il passato di questa nostra terra marsa restituendo così, a coloro che la abitano, dignità ed orgoglio. Il valore del suo lavoro acquisisce ancor più prestigio se pensiamo che Sandro D’Amato condusse le sue ricerche non da studioso professionista, ma supportato dalla forza della sua passione, nonostante gli impegni di lavoro ed in mezzo alle vicissitudini della vita, spesso dolorose, che lo portarono a mestieri forse lontani dalla sua vera vocazione. Pur brillante già negli anni del liceo dovette interrompere la sua carriera universitaria e trovare lavoro per ottenere indipendenza economica.Divenne esperto radiotecnico e pure in questo campo si fece apprezzare, fino ad essere chiamato per un importante incarico presso l’Istituto Nazionale delle Ricerche. Uomo umile, garbato, amico di tutti, semplice nei modi e nel linguaggio, ma di un grandissimo spessore. Caro Sandro D’Amato, siamo tutti infinitamente grati per il tuo enorme lascito.