SAN MASSIMO D’AVEIA IL SANTO AQUILANO

Il piccolo paesino abruzzese di Civita di Bagno (AQ) ricorda con fervore San Massimo, levita e martire che sotto la persecuzione di Decio fu gettato il 19 ottobre del 250 dalla rupe detta “Circolo” che sovrasta Fossa, l’antica Aveia. Nella notte del 19 ottobre, il suo corpo fu seppellito fuori le mura cittadine e dopo essere stato venerato a Forcona da quel momento fu detta Civitas Sancti Maximi (Città di San Massimo).
Quando nel 1413 i resti del Santo furono trasferiti a L’Aquila il paese mutò il suo nome in Civita di Bagno. La sede vescovile dell’Aquila fondata nel 1257, che raccoglie l’eredità di Forcona, antica capitale religiosa della provincia Valeria, nella quale era confluita anche la cattedra di Amiterno, è dedicata ai Santi Massimo e Giorgio. San Massimo nominato così patrono della città di L’Aquila presto fu affiancato da San Pietro, papa Celestino V e da San Bernardino da Siena.
Anche le reliquie di San Raniero finirono a L’Aquila, ma tornarono presto nel paese per volere del popolo.
E’ indubbia la grande venerazione che San Raniero aveva per il santo martire, egli fece erigere in suo onore la grande cattedrale oramai distrutta.
Nel terremoto del 1703 le reliquie andarono perse, furono cercate da tantissima gente, anche l’arcivescovo PERESSIN negli anni novanta le cercò facendo scavare sotto l’altare maggiore dell’attuale duomo aquilano del con un nulla di fatto.La caccia è ancora aperta, ora si scava in una cappella laterale ma questo è tutto un mistero da svelare. San Massimo, patrono principale della diocesi e della città di L’Aquila, nacque ad Aveia (oggi Fossa) intorno al 228 d.C. da una famiglia cristiana.
Massimo aspirava al sacerdozio e professo la sua fede anche davanti al Prefetto di Aveia, dopo che fu catturato durante la persecuzione di Decio (ottobre 249-novembre 251).
Da una “Passio” consociamo che a tutte le interrogazioni del preside della città, Massimo rispose senza mai rinnegare la fede in Gesù Cristo, per questo venne disteso sull’eculeo e a lungo torturato, ma inutilmente.
Il preside per dissuaderlo arrivò anche a promettergli sua figlia Cesaria come sposa, ma alla fine ordinò che Massimo fosse gettato dalla rupe più alta detta “Circolo e Torre del Tempio”. 
Probabilmente in seguito a questo martirio la città di Aveia divenne sede vescovile. Alla distruzione di Aveia le reliquie vennero portate a “Civitas Sancti Maximi” e fu qui che il 10 giugno del 956 l’imperatore Ottone I il Grande e il papa Giovanni XII vennero per venerare le reliquie del santo.
Nel 1256 la sede vescovile e le reliquie vennero spostate a L’Aquila, città appena fondata, e vennero messe nella nuova Cattedrale a lui dedicata. San Massimo si venera il 10 Giugno.

 

( Cicchetti Ivan )

 

 

Redazione - Il Faro 24

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