SANTUARIO MADONNA DEI BISOGNOSI – PROFUMI DI FEDE

Il santuario, secondo la leggenda, è stato eretto dagli abitanti di Pereto e Rocca di Botte nell’anno 608 d.C. nel luogo in cui la statua lignea della Madonna fu trasportata da Siviglia, in Spagna. A Siviglia in quel periodo, nel VII secolo, la Madonna era molto venerata e per essere salvata dalle distruzioni dei Saraceni fu trasportata risalendo il mare adriatico fino a Francavilla a Mare. La sacra effigie fu quindi caricata su una mula e diretta verso le aree interne dell’Abruzzo. La mula stremata si fermò e perì sulle montagne intorno a Carsoli, esattamente sul monte Serra Secca. I pii profughi capirono che quello doveva essere il posto prescelto dalla Madonna per costruire la sua nuova dimora. Furono chiamati sul monte i fedeli dei paesi della piana del cavaliere e ben presto fu edificata la prima chiesetta, chiamata originariamente Madonna del monte. Papa Bonifacio IV venuto a conoscenza della storia, gravemente malato, implorò la guarigione alla Madonna venuta da Siviglia. Il suo desiderio fu esaudito tanto che il papa, originario della Marsica, guarì immediatamente. Il papa l’11 giugno del 610 visitò la chiesa chiedendone l’ingrandimento, lasciando dei fondi per tale scopo, concesse, inoltre, indulgenze e donò il crocifisso processionale ancora esposto. Divenuto monumento nazionale nel 1902.All’interno del santuario sono conservati importanti affreschi degli artisti Jacopo di Arsoli, Desiderio da Subiaco e Petrus che rappresentano la crocifissione, la discesa dello Spirito Santo e la resurrezione, la sepoltura di Gesù, Daniele profeta, San Gioacchino, la Madonna col Bambino e Santa Elisabetta. Nella parete attigua alla sagrestia sono presenti gli affreschi dell’annunciazione, del presepio, dell’adorazione dei magi e della visitazione. Nella cappella che si trova nel nucleo originario della chiesa, restaurata nel 1488, sono presenti le opere con due Madonne col bambino, in mezzo a quattro Angeli, la presentazione al tempio e raffigurazioni dell’arrivo di Fausto da Siviglia al monte e il suo incontro con il figlio Procopio. Gli affreschi del tardo quattrocento, realizzati da quattro artisti, raffigurano alcune scene paradisiache ed infernali del giudizio universale. Il Santuario è gestito da Padre Giancarlo Marinucci, vastese, che da anni porta in gloria il santuario in nome della carità, dell’umiltà e della fede. All’interno del santuario il Marinucci ha creato una vera e propria famiglia, dove accoglie disagiati di ogni genere, sempre nel nome del Signore.Osservare la sua immensa umanità fa immaginare di esser al fianco di un santo, ben noto ai fedeli, l’emozione che tramanda non si puo’ descrivere, serve solo visitare il luogo ed il suo santo Rettore.

“ammaliato resto ad osservare il padre sull’altare, immensa quiete emana tra i banchi della casa del signore. Ogni attimo, ogni momento, ogni gesto sono nulli al cospetto della sua radiante fede. Il cuore si placa e la collera umana svanisce in un solo Amen” (Cicchetti Ivan)

(a cura di Cicchetti Ivan) 

Redazione - Il Faro 24

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